Un’altra partita importante, un’altra occasione mancata. Artem Dovbyk, il grande colpo da 40 milioni dell’ultima estate romanista, resta a secco e stavolta non solo nei gol, ma persino nei tentativi. Contro l’Atalanta, come accaduto troppo spesso durante la stagione, l’attaccante ucraino è rimasto impalpabile. Nessun tiro, nessuna traccia nel tabellino, solo una crescente sensazione d’inadeguatezza quando il livello si alza. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, a Trigoria cominciano a domandarsi se il matrimonio tra l’ex Girona e la Roma debba davvero durare più di un anno.
Il dato è allarmante. In 14 partite di campionato, Dovbyk non ha mai tirato in porta. Undici di queste sfide erano contro le prime dieci in classifica. Zero conclusioni totali nelle due sfide con Lazio e Atalanta, così come contro Como, Napoli e il Parma pre-Chivu. Una sterilità che diventa difficile da giustificare, soprattutto alla luce dell’investimento sostenuto la scorsa estate sia per il cartellino sia per l’ingaggio.
Gol facili, numeri ingannevoli
I suoi 12 gol in campionato raccontano una storia diversa da quella delle aspettative. L’ucraino ha colpito quasi esclusivamente contro squadre di seconda fascia: doppiette contro Udinese e Genoa, reti con Monza, Cagliari, Verona, Lecce, Parma (all’andata), Como, Fiorentina e Bologna. Numeri che, presi singolarmente, potrebbero sembrare buoni, ma che alla prova delle partite decisive diventano insufficienti.
Un futuro tutto da scrivere
Con l’estate alle porte e un nuovo ciclo tecnico pronto a iniziare, il nome di Dovbyk è tra quelli su cui si riflette con più attenzione. O arriverà un allenatore convinto di poter valorizzare il centravanti ucraino e disposto a puntare su di lui come perno offensivo, oppure la Roma potrebbe anche prendere in considerazione una clamorosa cessione dopo appena una stagione.
Insomma, il tempo stringe e il big match con il Milan rappresenta forse l’ultima occasione per Dovbyk di cambiare il giudizio su una stagione che, per ora, ha il sapore amaro della delusione.