Certe frasi, nel calcio, restano incise nella memoria collettiva più dei gol. “Sono qui per alzare l’asticella”, disse Tammy Abraham al suo arrivo al Milan. Un’affermazione che i tifosi della Roma non gli hanno mai perdonato del tutto, soprattutto quando a San Siro, in una fredda sera di Coppa Italia, l’inglese segnò due reti alla sua ex squadra.
Il prestito al Milan è finito e Abraham torna ufficialmente alla Roma. Ma non per scelta condivisa: il club rossonero ha deciso di non affondare il colpo, lo scambio con Saelemaekers – ipotizzato per dare continuità all’operazione – si è arenato tra gli stop incrociati di Tare e Allegri. Così, l’attaccante inglese si ritrova nuovamente a Trigoria. Non da protagonista, ma nemmeno da separato in casa.
Un futuro da scrivere
Il ritorno di Abraham apre un dilemma. Come riportato dal Corriere dello Sport, l’intenzione di entrambe le parti è chiara: lui andrebbe via, la Roma lo saluterebbe senza rimpianti. Ma tutto dipende dalle offerte. E per ora, nessuna proposta concreta è arrivata sulla scrivania di Massara. Il nodo è anche economico: il cartellino dell’attaccante, arrivato dal Chelsea nel 2021 per 40 milioni, oggi vale ancora circa 13 milioni a bilancio. Una cessione sotto quella cifra genererebbe una minusvalenza, eventualità che a Trigoria vogliono evitare. E allora? Meglio tentare il rilancio.
Abraham valutato da Gasperini in ritiro
Nelle prime riunioni operative tra il nuovo ds Massara e Gasperini, è emersa una linea pragmatica: se non si vende, non ha senso un nuovo prestito. Meglio tenerlo, valorizzarlo, recuperarlo. Anche perché il mercato non offre grandi certezze e il budget, condizionato dai paletti UEFA, impone scelte ragionate.
Gasperini è stato informato sin dall’inizio: questa non sarà un’estate di rivoluzioni tecniche. La Roma ha già fatto uno sforzo importante per portare a casa Dovbyk lo scorso anno. Pagato quanto fu pagato Abraham, circa 40 milioni complessivi, è lui il titolare designato. Il resto dell’attacco dovrà adattarsi. E l’inglese, oggi calciatore “vagamente indesiderato”, può diventare un’alternativa utile.