In un momento storico sicuramente non brillante per la nostra Nazionale, il 26 giugno non può non farci tornare indietro nel tempo al 2006, anno della vittoria del quarto Mondiale. Agli ottavi di finale l’Italia si trova di fronte l’Australia e dopo una partita complicata è Francesco Totti a deciderla con un rigore allo scadere. La Roma ha voluto ricordare quei momenti così concitati con una nota sul proprio sito.
Il tributo della Roma
Il 26 giugno 2006 al Fritz-Walter Stadio di Kaiserslautern si gioca Italia-Australia, ottavi di finale del Mondiale di Germania.
Avversario degli azzurri di Lippi sono i gialloverdi del santone olandese Guus Hiddink. La partita è in bilico fino al 90′ ed oltre. Si è sullo 0-0. Quando, ad un certo punto, Totti decide di prendersi la scena. E lì inizia la favola dell’Italia campione fino a Berlino.
Riviviamo quegli attimi di tensione e gioia in 10 curiosità.
L’azione iniziata da lui
L’azione che porta al rigore procurato da Fabio Grosso, la inizia Totti stesso con un lancio di sinistro con il contagiri per l’esterno azzurro, quando il cronometro segna 92:40. Dunque, nel corso del terzo e ultimo minuto di recupero assegnato. Il difensore australiano che compie l’irregolarità è Lucas Neill, in quel momento centrale del Blackburn.
L’arbitro Medina Cantalejo
L’arbitro che assegna il penalty è Luis Medina Cantalejo, spagnolo nato a Siviglia classe 1964. Prima di questa occasione, non aveva mai arbitrato una partita con Totti in campo. Aveva diretto una gara della Roma in Coppa UEFA, Roma-Hajduk Spalato 1-0 del 2003, ma il 10 restò in panchina per tutta la gara. Cantalejo, inoltre, fu “decisivo” da quarto uomo anche nella finale dello stesso Mondiale segnalando all’arbitro Elizondo la testata di Zidane a Materazzi, episodio cruciale nella storia di quella partita e dello stesso mondiale vinto dall’Italia.
Rigore o no? La telecronaca di Sky
Nell’impeto della telecronaca Sky di Fabio Caressa e Beppe Bergomi, i due prima esultano per il penalty concesso, definendolo “é netto”, poi – rivedendo il replay – correggono il tiro: “Non c’era, non lo prende”. E, alla fine della riproposizione delle immagini, Caressa aggiunge: “Ci può essere danno procurato”.
Un’inquadratura alla Sergio Leone
La leggendaria inquadratura dell’espressione e degli occhi di Francesco, come nei migliori film di Sergio Leone, inizia quando il cronometro segna 94:10. La camera indugia ancora di più con il passare dei secondi, a cogliere il dettaglio ancora più stretto dello sguardo concentrato del 10 azzurro. 94:22 si sente il fischio. Parte Totti, destro potente alla destra di Schwarzer, gol. La palla entra in rete a 94:26.
Schwarzer da Totti ad… Andreolli
Il portiere dell’Australia, Mark Schwarzer, non aveva mai subito gol prima di allora da un giocatore italiano della Roma. L’estremo difensore, in quel momento storico in forza al Middlesbrough, aveva incrociato nella stessa stagione i giallorossi negli ottavi di finale di Coppa UEFA nel marzo 2006. 1-0 all’andata per gli inglese, 2-1 per la Roma al ritorno con doppietta del brasiliano Mancini.
All’epoca il gol in trasferta, in caso di parità del punteggio totale, valeva doppio e dunque il passaggio del turno fu appannaggio del “Boro”. Dopo Totti, un altro italiano a fargli gol sarà Marco Andreolli in Fulham-Roma 1-1 del 2009, sempre di Coppa UEFA. E, nel match successivo all’Olimpico, sempre contro il Fulham, subirà una rete anche da Stefano Okaka.
L’abbraccio con Alex
Il primo che corre ad abbracciarlo dopo il gol segnato è Alessandro Del Piero, colui che era uscito dal campo per dare il cambio allo stesso Totti al minuto 76. Un rapporto non solo di spogliatoio, ma anche di amicizia sincera tra Francesco e Alex che andava oltre la rivalità e il dualismo del ruolo, quest’ultimo caldeggiato più dalla stampa che da altri.
Sui quotidiani il giorno dopo: “L’uragano Totti”
Quello di Totti all’Australia resta l’unico gol segnato da Totti nella fase finale di un Mondiale. Ma decisamente pesante e spartiacque per quel torneo. Roberto Cotroneo – giornalista, saggiata, poeta – il giorno dopo sull’Unità scrive: “(…) Certo è vero un fatto: se in campo si stava attenti, si sarebbe visto che appena è entrato Totti, agli australiani è venuto il panico e sono indietreggiati tutti, come a ripararsi da un un uragano che arrivava da lontano (…)”.
“Arriviamo alla fine”
Nel corso degli anni, Totti ha ricordato in diverse esternazioni i momenti dell’assegnazione e della trasformazione del rigore. Lui stesso ammette che quella realizzazione risultò determinante nel cammino azzurro: “Non dico che ci ha consacrato – le sue parole – ma è quel calcio di rigore che dopo aver segnato abbiamo detto: “Arriviamo fino alla fine”. Una partita un po’ particolare, eravamo rimasti in 10 per l’espulsione di Materazzi. Se fossimo andati ai supplementari non so come sarebbe andata, l’Australia era una squadra compatta e con bei giocatori”.
“E mo’, non gli faccio il cucchiaio”
A proposito del gol segnato, sempre lui racconta: “Quel pallone era un macigno, gli altri si allontanavano dal dischetto, io decisi di andare. Dopo aver segnato, abbiamo capito di poter vincere il Mondiale. Ricordo di aver fatto 70 metri infiniti per arrivare al dischetto”.
“Ho pensato: ‘Mo gli faccio il cucchiaio’. Poi mi sono detto: ‘No, lascia perdere’. Parlavo tra me e me, come fossi un matto. Cercavo delle risposte che non riuscivo a farmi. Il portiere era bello grosso, prendeva quasi tutta la porta. Ho detto: ‘Lo tiro come al solito, forte in alto, come va va’. Devo dire che è andata benissimo”.
Il momento storico del Paese
ll 25 e il 26 giugno 2006 – dunque nel giorno prima e della partita – in Italia si va alle urne per un referendum costituzionale promosso dal centro-destra per modificare sotto più profili la seconda parte della Costituzione italiana. Con la vittoria del Sì si procede al cambiamento, con il No la Costituzione continuerebbe sulla strada intrapresa nel 1948 (anno di entrata in vigore). Vince il No, con oltre il 61% delle preferenze.