Bove, buone notizie per lui: si avvicina il rientro?

A sei mesi dal malore che lo colpì durante Fiorentina-Inter, Edoardo Bove è pronto a tornare in campo. Dopo l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo e una lunga fase di controlli, il centrocampista è in attesa del via libera definitivo. Il 1° luglio tornerà a Roma e dovrà decidere il proprio futuro

Lucrezia Tassi
3 min di lettura

Sono passati sei mesi da quella notte drammatica in cui Edoardo Bove, durante Fiorentina-Inter del dicembre 2024, fu colpito da un arresto cardiaco che lo costrinse a una corsa verso l’ospedale di Careggi. Ricoverato per due settimane, il centrocampista ha affrontato un momento delicatissimo della sua vita, culminato con l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, necessario per garantire la sua sicurezza futura.

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Nonostante le difficoltà, nei mesi successivi Bove ha continuato a far sentire la propria presenza: grazie a una deroga speciale, è riuscito ad accomodarsi in panchina per sostenere la Fiorentina, dimostrando una forza d’animo fuori dal comune. Il 4 maggio 2025, in occasione di Roma-Fiorentina allo Stadio Olimpico, è tornato a casa, nella sua città, accolto da un’ovazione commovente del pubblico romanista. Un momento toccante che ha sottolineato come Edoardo Bove non sia solo un calciatore, ma un figlio di Roma, simbolo di attaccamento, coraggio e rinascita.

Ok gli esami, ora la scelta sul futuro

Edoardo Bove è pronto a tornare in campo. Secondo quanto riportato da Sky Sport, il centrocampista ha svolto negli ultimi giorni ulteriori accertamenti medici che hanno dato esiti negativi. Mancano ancora pochi controlli per ottenere il via libera definitivo, ma tutto lascia ben sperare in un ritorno imminente.

Il 1° luglio, Bove farà ritorno a Roma e, a quel punto, spetterà a lui decidere il proprio futuro: restare nella Capitale, tornare a Firenze oppure accettare una nuova avventura all’estero. Se scegliesse di restare in Italia, però, non potrebbe ancora scendere in campo: le attuali normative sportive italiane non consentono di giocare a chi ha un defibrillatore sottocutaneo. Un limite normativo che non esiste, ad esempio, in Inghilterra, dove è possibile competere a livello professionistico anche con un impianto salvavita, purché il giocatore si assuma pienamente le proprie responsabilità.

Proprio per questo, si sta lavorando a una modifica del regolamento, con l’obiettivo di permettere anche in Italia ciò che già è consentito in altri paesi: dare ai calciatori la possibilità di scegliere se giocare, pur con un impianto sottocutaneo, dopo un’attenta valutazione medica.

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Sono Lucrezia Tassi, diplomata al liceo classico e ora studentessa di Scienze della Comunicazione al suo ultimo anno. Tifosa della Roma da sempre, ho coltivato il sogno di raccontare il calcio con professionalità e passione. Diventare giornalista sportiva è sempre stato il mio obiettivo principale e oggi condivido emozioni, analisi e storie giallorosse sui social, con lo stesso entusiasmo con cui vivo ogni partita.
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