Dal podio olimpico al cuore dei tifosi romanisti. Mattia Furlani, talento cristallino dell’atletica azzurra e nuovo volto del salto in lungo mondiale, ha le idee chiare: i colori giallorossi li porta nel sangue. Non solo quando vola oltre gli otto metri, ma anche quando si parla di calcio. Perché dietro quel bronzo conquistato a Parigi 2024, dietro il titolo mondiale indoor a Nanchino e dietro quel primato Under 20 da 8,38 metri, c’è anche un ragazzo che si emoziona davanti a una curva Sud e che non ha mai nascosto per quale squadra batte il suo cuore.
“Gasperini mi ha colpito: ci vuole pazienza”
Nato nel 2005 a Marino, a due passi dalla Capitale, Furlani ha raccontato la sua fede giallorossa in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, confermandola senza troppi giri di parole. E quando gli viene chiesto un parere sull’arrivo di Gian Piero Gasperini sulla panchina romanista, la risposta arriva netta e misurata, da sportivo che sa cosa significa costruire con metodo: “Ci siamo incontrati al Festival dello Sport di Trento: mi ha fatto un’ottima impressione. Diamogli tempo.”
Una frase semplice, ma pesante. Perché pronunciata da chi vive sulla pelle la pressione della prestazione, il lavoro quotidiano, la fatica dietro il successo. Furlani non parla da tifoso qualunque: parla da atleta che capisce altri atleti, da uomo di sport che riconosce il valore della programmazione.
Roma nel cuore, l’atletica nella testa
La sua è una carriera appena iniziata e già stellare. Un talento naturale esploso con prepotenza nel panorama internazionale e diventato in poco tempo simbolo della rinascita dell’atletica italiana. Ma a ogni salto, a ogni gara, Mattia si porta dietro anche quella passione genuina, quella romanità che non ha bisogno di didascalie.
Il suo sogno, più volte dichiarato, è quello di ispirare le nuove generazioni. E se lo fa con le scarpe chiodate e un metro da record, è altrettanto bello vederlo tifare con lo stesso entusiasmo per la squadra della sua città. In tribuna o a casa, poco importa: Furlani è uno di quei tifosi che vivono la Roma con sentimento e misura, senza perdere mai lucidità.
Un salto lungo fino a Trigoria?
Al momento non è previsto alcun contatto con il club giallorosso, se non quello simbolico, affettivo, profondo. Ma chissà che un giorno non possa esserci anche un legame ufficiale tra la Roma e uno dei volti più promettenti dello sport italiano. Magari un incontro con la squadra, una visita a Trigoria, un gemellaggio tra passioni e valori. Perché un campione vero non si riconosce solo dalle medaglie, ma anche da come ama la sua squadra.