Il 30 giugno non è solo il giorno dei bilanci. Potrebbe diventare il giorno del colpo di scena. Nelle ultime ore, infatti e come raccontato dalla edizione odierna de La Repubblica, prende corpo una transazione che potrebbe mettere la parola fine a una delle battaglie legali più lunghe, complesse e silenziosamente esplosive del calcio italiano: quella tra la Lega Serie A e tre grandi player del mercato audiovisivo – IMG, MP & Silva e Be4 – accusati di aver pilotato per anni il valore dei diritti tv internazionali, tenendolo artificialmente basso.
Il presunto cartello dei diritti: dieci anni sotto inchiesta
La questione risale a un decennio intero, dal 2008 al 2018, quando – secondo l’accusa – le tre agenzie avrebbero agito in modo coordinato per “calmierare” il prezzo con cui i diritti della Serie A venivano venduti all’estero. Un danno potenziale enorme, che avrebbe colpito tutte le squadre del massimo campionato, impoverendo le entrate complessive e rallentando la crescita del calcio italiano sul piano internazionale.
Dopo anni di schermaglie legali, rinvii e perizie, oggi potrebbe arrivare la svolta definitiva, con un accordo transattivo che garantirebbe ai club una cifra monstre: tra i 150 e i 200 milioni di euro, da ripartire tra le venti società come una sorta di bonus straordinario. Una boccata d’ossigeno inattesa e preziosissima.
Bilanci da salvare e cessioni da evitare
Il tempismo, come sempre, è tutto. E se la transazione venisse davvero depositata oggi in tribunale, le società avrebbero la possibilità di iscrivere subito quella cifra nei propri bilanci. Il che significa, per molte di loro, evitare una cessione dolorosa proprio nel giorno più critico dell’anno contabile. Per altre, si tratterebbe di risistemare i numeri con un colpo di pennello bianco che aiuta a presentarsi alla nuova stagione con un’immagine più solida e sostenibile.
In un calcio che vive spesso sull’orlo del rosso, incassare decine di milioni senza vendere un solo giocatore è qualcosa che somiglia a un piccolo miracolo.
C’è però un ostacolo: il valore reale del danno
Il finale, però, non è ancora scritto. C’è un’ultima variabile in gioco, e potrebbe rimettere tutto in discussione. Una nuova perizia, infatti, avrebbe stimato che il danno economico effettivamente subito dai club sia ben superiore alla cifra su cui si sta trattando oggi. Questo dettaglio non irrilevante potrebbe convincere alcuni presidenti a non firmare subito l’accordo e a portare la causa fino in fondo, con l’obiettivo di strappare molto di più. Un classico caso di “meglio poco subito o molto dopo”, che però oggi si intreccia con la scadenza più temuta del calendario: quella del 30 giugno.
Il calcio tra giustizia e contabilità
Come sempre, il calcio italiano si muove sul filo tra diritto e contabilità, tra tribunali e rendiconti. Ma stavolta, almeno per un giorno, le aule di giustizia potrebbero diventare un improvviso alleato dei direttori sportivi, dei commercialisti e – indirettamente – anche degli allenatori.
Se tutto andrà come previsto, oggi i club potrebbero chiudere i bilanci con una voce inattesa. E magari, tra un documento firmato e una PEC spedita, riuscire a evitare l’ennesima svendita last minute. Perché, lo sanno tutti, dai campioni agli avvocati, nel calcio il tempismo conta più di ogni altra cosa.