Nel calciomercato, a volte, le notizie arrivano come spifferi di vento leggero. Altre, invece, come raffiche che scuotono le fondamenta. Quella trapelata nelle ultime ore rientra decisamente nella seconda categoria. Un’ipotesi che suona clamorosa, che sembra quasi uno scherzo estivo e che invece, secondo quanto riportato da Enrico Camelio, starebbe prendendo corpo: uno scambio tra Dusan Vlahovic e Artem Dovbyk, con il serbo diretto a Roma e l’ucraino pronto a vestire il bianconero.
Una suggestione, questa, che noi di SoloLaRoma.it avevamo già anticipato giorni fa, quando ancora sembrava poco più di una provocazione. Eppure oggi, tra i rumors che affollano il mercato e le strategie sempre più spregiudicate dei club italiani, l’ipotesi comincia a camminare sulle sue gambe. E lo fa con tutto il peso delle domande che porta con sé.
#Calciomercato idea della #juve dí scambiare con la #Roma #Vlahovic con #dovbyk.
Il calciatore Serbo vorrebbe fare la #ChampionsLeague a volte i contratti fanno la differenza. @IlarioDiGiovamb @missdidi10_
— enrico camelio (@enricocamelio) June 30, 2025
Vlahovic, il talento frenato dal peso delle attese
A Torino non lo dicono apertamente, ma i segnali sono chiari. L’amore tra Vlahovic e la Juventus non è mai davvero sbocciato. Arrivato alla Continassa come il centravanti del futuro, con le tasche piene di gol e il pedigree da predestinato, si è progressivamente trasformato in un enigma tattico e gestionale.
In campo non incide, anzi spesso appare spaesato, prigioniero di un gioco che non lo valorizza. Fuori, pesa come un macigno il suo ingaggio: da settembre guadagnerà 12 milioni l’anno, cifra che sta diventando un problema più che un investimento. Anche Massimo Franchi, intervenuto ai microfoni di Radio Radio, lo ha definito senza mezzi termini “una zavorra per la squadra”. Il Mondiale per club, con la pesante disfatta per 5-2 contro il Manchester City, è stato solo l’ennesimo capitolo di un copione che si ripete. E che ora potrebbe portare a un epilogo inatteso.
Dovbyk, il gigante silenzioso che non ha mai sfondato
A Roma, invece, Dovbyk è arrivato come il colpo ad effetto, il centravanti fisico e letale, il numero 9 vecchio stampo di cui tanto si parlava. La realtà però ha raccontato un’altra storia. Nonostante numeri dignitosi (17 reti e 4 assist in 45 presenze stagionali), il suo apporto complessivo è stato deludente. Troppe le partite giocate da spettatore, troppo flebile il suo peso nei momenti decisivi.
Il feeling con la squadra non è mai sbocciato, e più volte il suo nome è stato mormorato tra i papabili partenti. Ora, con Gian Piero Gasperini chiamato a disegnare un nuovo ciclo giallorosso, Dovbyk avrebbe manifestato la volontà di rimettersi in gioco. Ma basterà la buona volontà a invertire la rotta?
Uno scambio da mal di testa: davvero conviene?
Difficile, oggi, separare la logica tecnica da quella finanziaria. Questo presunto scambio non nasce da esigenze tattiche, ma piuttosto dalla volontà di liberarsi di due problemi: Vlahovic per l’ingaggio e l’ambiente diventato ostile, Dovbyk per un rendimento che non ha mai giustificato l’investimento da quasi 40 milioni.
Da un lato, la Juventus si garantirebbe un attaccante più giovane e forse più affamato, con costi gestibili e margini di crescita. Dall’altro, la Roma si ritroverebbe tra le mani un talento potenzialmente devastante, ma da rilanciare in un contesto che non potrà offrirgli la Champions League. E questo, per un giocatore che aspira al massimo palcoscenico europeo, non è un dettaglio da poco.
Fantamercato o trattativa in incubazione?
Per ora siamo nel campo delle suggestioni. Ma in un mercato dove il denaro scarseggia e le idee contano più dei milioni, Roma e Juventus potrebbero davvero pensare di riciclare i propri attaccanti come merce di scambio. Un affare alla pari? Forse. O forse l’ennesimo azzardo estivo, di quelli che fanno discutere e dividono i tifosi.
C’è chi sogna il colpo grosso e chi teme l’effetto boomerang. Ma intanto, mentre le voci si rincorrono, una certezza c’è: a Trigoria e a Torino si riflette. E sotto traccia, i telefoni squillano.