Che sarebbe finita così, in fondo, lo si era capito già mesi fa. Leandro Paredes non ha mai nascosto il desiderio di tornare al Boca Juniors, alla Bombonera, dove la sua carriera aveva acceso le prime scintille. Un sogno condiviso e benedetto anche dalla dirigenza argentina, pronta a riportare a casa il suo figliol prodigo. Ma tra un tweet nostalgico e un allenamento all’Ezeiza, manca sempre la stessa cosa: il denaro.
La prelazione è ormai scaduta, il bonifico da Buenos Aires non è mai arrivato, e ora tutto va riformulato da zero. Un nuovo accordo, una nuova intesa economica, magari meno poetica ma certamente più concreta. Perché a Trigoria, tra nostalgia e romanzo, c’è un dettaglio che resta imprescindibile: i conti devono tornare. E finché non ci sarà un’offerta degna, Paredes resta un calciatore della Roma a tutti gli effetti.
Paredes chiama, la Joya risponde?
Ma non finisce qui. Perché il film argentino che si sta girando in queste settimane ha un altro protagonista: Paulo Dybala. Secondo quanto riportato dal giornalista Claudio Civiello su TyC Sports, sarebbe stato proprio Paredes, tra un esercizio e l’altro nel ritiro della nazionale, a stuzzicare l’amico con una frase che lascia poco spazio all’immaginazione: “Dai, vieni anche tu al Boca. Gli amici devono giocare insieme”.
Un invito informale, certo. Ma in Argentina certe frasi hanno il peso di una mezza firma. Anche perché, stando a quanto aggiunge un altro cronista vicino all’ambiente, Leandro Aguilera, Paredes avrebbe già firmato un triennale e vedrebbe bene Dybala al Boca “dopo il Mondiale 2026”. Un piano, una suggestione, un retroscena. Chiamatelo come volete.
La realtà è un’altra: tutto tace
Nel frattempo, a Roma, la verità resta silenziosa e pragmatica. Paredes è in attesa, certo. Ma il Boca non si è ancora mosso. Non ufficialmente. Non come serve. E Dybala, al contrario, è concentrato sulla Roma, sul suo recupero fisico e su una stagione che si annuncia decisiva, con Gasperini pronto a valorizzarlo da subito.
Tutto il resto è fumo. Fumo argentino, condito di romanticismo, memoria e un pizzico di fiction. Ma a Trigoria si vive di fatti, non di frasi. E finché il Boca non invierà un’offerta formale, quel matrimonio resta solo un invito. Un sogno, per ora, scritto solo su Instagram.
