Un tuffo nel passato che profuma di futuro. La Roma ha svelato ieri la nuova maglia per la stagione 2025/26 e, nel farlo, ha scelto di parlare direttamente al cuore dei suoi tifosi. Un’operazione di immagine, certo, ma anche di memoria e identità: perché il nuovo kit Adidas richiama in modo inequivocabile gli anni ’90, uno dei periodi più iconici e amati della storia romanista.
Una maglia che parla romanista
Il rosso è caldo, profondo, quasi retrò, e si fonde con i dettagli gialli in un contrasto che ricorda i tempi di Giannini, Balbo e Aldair. Il colletto a costine, i bordi delle maniche, la sobrietà del design: tutto sembra studiato per evocare un’epoca in cui la maglia era molto più di un elemento tecnico. Era un simbolo, un manifesto di appartenenza. E in questo ritorno estetico, la Roma ha voluto riaffermare il suo legame con le radici.
Il risultato è una divisa che emoziona. Perché non si limita a vestire i calciatori, ma veste una storia. E in un calcio che tende spesso a dimenticare, riportare in vita il passato può essere un atto rivoluzionario.
L’ingresso tra i grandi: la Roma nella fascia A Adidas
Ma se il look guarda al passato, le prospettive commerciali e strategiche sono proiettate in avanti. Con l’inizio della nuova stagione, la Roma compie un salto anche sul fronte dei partner tecnici: entra ufficialmente nella fascia A di Adidas, quella riservata ai top club del panorama internazionale. Una élite in cui trovano posto squadre come Real Madrid, Bayern Monaco e Liverpool.
Un riconoscimento che va oltre il prestigio simbolico. Significa condizioni economiche più vantaggiose, materiali d’avanguardia, visibilità globale e possibilità di sfruttare al massimo il marchio Roma in ambito internazionale. Un passaggio che testimonia la crescita del club sotto la gestione Friedkin, sia sul piano dell’identità che su quello del posizionamento globale.
La nuova maglia non è solo un’operazione di marketing. È una dichiarazione di stile e ambizione, un modo per dire che la Roma intende onorare la propria storia ma anche costruire qualcosa di nuovo, più solido, più competitivo. Il richiamo agli anni ’90 è un ponte, non una nostalgia sterile. Ed è da qui che si riparte, con addosso una maglia che racconta ciò che siamo stati, ma soprattutto ciò che vogliamo diventare.