Ci sono storie che non hanno bisogno di effetti speciali per emozionare. Quelle vere, vissute con autenticità, si scrivono da sole. La storia di Nicolò Pisilli, centrocampista della Roma, è una di queste. Una traiettoria lineare ma potentissima: da bambino con la maglia giallorossa al parco sotto casa, a professionista che all’Olimpico incanta davvero.
In un’intervista rilasciata ai microfoni di DAZN, Pisilli ha raccontato i momenti chiave del suo percorso, quelli che un tifoso sogna per una vita e che lui ha vissuto sulla pelle.
Il 6 maggio 2023, data del debutto ufficiale, rappresenta molto più di una semplice prima volta. “Mi ricordo il giorno prima, la rifinitura, il ritiro con tutti… anche qualche battuta del mister. Ma poi quando ho messo piede all’Olimpico, è stata un’emozione bellissima”. Tra gli spalti, gli occhi sgranati dei suoi amici romanisti, increduli nel vederlo realmente in campo.
Lo stadio, il primo gol, la maglia conservata con gelosia
A segnare un’altra tappa indelebile è stato il 14 dicembre 2023, nella sfida contro lo Sheriff Tiraspol. Quella sera Pisilli ha trovato il suo primo gol con la Roma, davanti al pubblico che lo ha visto crescere. “È stata una serata speciale. Ho toccato i primi palloni all’Olimpico, segnare lì è stato un sogno. Ogni tanto mi riaffiorano le immagini, ma non le vado a cercare. Quella maglia è in camera mia, la conservo con grande gelosia”.
Quella stessa maglia che da bambino indossava per giocare con gli amici al parco oggi è reale. “Adesso la metto davvero e gioco per la Roma. Sudare per questi colori è indescrivibile. È una responsabilità enorme, ma anche un privilegio”.
Un gruppo solido e un capitano che fa la differenza
A facilitare l’inserimento nella prima squadra è stato soprattutto l’ambiente. “Lo spogliatoio è molto unito, mi sono ambientato subito. Ho trovato ragazzi eccezionali. Il capitano, Lorenzo Pellegrini, è bravissimo, fa di tutto per farti sentire parte del gruppo”.
In un mondo dove spesso lo status crea distanza, Pisilli sottolinea quanto invece la Roma viva di legami forti, quotidiani, profondamente umani. A partire da quello con Edoardo Bove.
L’amicizia con Bove e il legame umano
“Edoardo è una persona eccezionale. Forse quella con cui ho legato di più. L’ho sempre ammirato, sia come giocatore che come ragazzo. Mi ha dato tanti consigli su come muovermi, su come rapportarmi. Gli sarò sempre grato”. Un rapporto che va oltre il campo, fatto di stima e gratitudine, senza frasi fatte. Solo rispetto sincero.
L’onore di Ranieri e la riconoscenza verso Mourinho
Tra gli uomini che hanno lasciato un segno, Pisilli non dimentica Claudio Ranieri. “La sua carriera parla da sola, ma come uomo è ancora più grande. Lo ringrazierò per sempre, per ogni occasione, per ogni minuto che ha dedicato a insegnarmi qualcosa. È stato davvero un onore lavorare con lui”.
E c’è spazio anche per un pensiero a José Mourinho, l’allenatore che ha accompagnato i suoi primi momenti con la prima squadra. “Non l’ho più sentito, ma lo ringrazierò per sempre. Quelle due date importanti sono successe con lui. Mi ha dato un’opportunità che porterò sempre con me”.
De Rossi, il simbolo che diventa guida
Ma se c’è un volto che oggi rappresenta più di tutti il suo presente, è quello di Daniele De Rossi. “Da piccolo lo tifavo e lo ammiravo tantissimo. Ritrovarmelo oggi come allenatore… se lo avessi detto al Nicolò bambino, non ci avrebbe creduto. È l’allenatore che ha mostrato più fiducia in me. È stato il primo a lanciarmi titolare in Serie A. Da lì sono cambiate tante cose”.
Quando gli si chiede se ci sia una frase che De Rossi gli ha lasciato impressa nel cuore, Pisilli sorride: “Me ne ha dette tante. Ogni volta mi cercava, voleva farmi capire che per lui ero forte. Una frase precisa? Forse preferisco tenermela per me”.
Un sogno chiamato Roma
Alla domanda se abbia mai sognato lo scudetto con la Roma, la risposta arriva diretta e misurata: “Sognarlo si può, certo. Ma io vivo giorno per giorno. Voglio migliorare me stesso, essere la mia versione migliore e aiutare anche gli altri a farlo”.
Niente proclami, solo lavoro, determinazione, umiltà. Quella che da sempre caratterizza i veri romanisti. Pisilli non è solo un talento, è una promessa che cammina con i piedi ben piantati per terra, e il cuore inchiodato all’Olimpico. Perché in fondo, lo dice lui stesso, giocare e sudare per questa maglia non è un dovere. È un sogno che continua.