Dovbyk conquista la Roma, Coppola in ESCLUSIVA: “Farà 16-17 gol, è fenomenale”

In casa Roma tutto gira intorno a Dovbyk, con Maurizio Coppola che si è espresso sull'attaccante ucraino sottolineando che farà 16-17 gol

Lorenzo Gulino
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Che Roma sia una piazza difficile non è di certo una novità. Tanto bella quanto complessa, ti può far sentire grande, per poi buttarti giù in un secondo. E se da una parte molti giocatori la temono, dall’altra c’è chi riconosce questa aspetto come unico e inimitabile. Ma non è un posto per tutti. Non è un luogo nel quale poter gongolare per alcune prestazioni positive, perché ogni domenica è buona per essere messo in discussione, ogni partita, all’occhio dei tifosi, deve essere giocata come se fosse l’ultima.

Forse in questo meccanismo, passo dopo passo, ci sta entrando anche Dovbyk. Arrivato tra i cori dei tifosi, in queste prime giornate di critiche ne ha ricevute molte. L’ucraino, infatti, contro Cagliari, Empoli e Juventus non ha mai dimostrato di essere veramente al centro del gioco, dando la sensazione di essere assente sia mentalmente che fisicamente. Serviva una scossa, ma soprattutto pazienza. Insomma un arco di tempo, più o meno lungo, che spesso alla Roma non viene concesso così facilmente dai tifosi.

Ma parliamo di un investimento importante, superiore ai 30 milioni di euro, capace di andare sempre in doppia cifra nelle sue ultime tre stagioni. Quindi si, stavolta si può fare un’eccezione e attendere quello che, almeno potenzialmente, è un calciatore totale. Perché descrivere Dovbyk come uno dei tanti attaccanti sarebbe superficiale, significherebbe non aver osservato e colto l’importanza di ogni sua movenza.

A parlarne in ESCLUSIVA ai nostri microfoni è stato Maurizio Coppola: Dovbyk è un attaccante fenomenale, forte fisicamente, protegge bene la palla, fa salire la squadra, è il prototipo di attaccante che tutti gli allenatori vorrebbero. Vede molto bene la porta, riesce a calciare dai 16 metri in tutte le posizioni, di testa è fortissimo e gioca molto bene di sponda. Predilige cross dal fondo, ma sa anche sfruttare un giocatore dietro come Dybala che gli sa dare la palla”.

Dunque, dopo tanto tempo, si può dire che la Roma ha trovato un attaccante vero, che non si vedeva dai tempi di Edin Dzeko. Ovviamente la distanza tra i due è siderale, soprattutto per la capacità fuori dal comune con la quale il bosniaco smistava il pallone, spalle alla porta, da una parte all’altra del campo. Ma adesso più che mai, con l’arrivo di Juric, Dovbyk può diventare grande.

Juric, la manna dal cielo

Non c’è bisogno di andare a commentare nuovamente il cambio di panchina, alquanto discutibile per modalità, che ha portato all’esonero di De Rossi e all’approdo di Juric. Un fattore, però, va sottolineato. Nonostante la rabbia e il dolore di ogni tifoso romanista che si rispetti, la scelta del tecnico croato ha dato risultati importanti. Non si tratta dei tre punti contro l’Udinese, anche perché sarebbe troppo banale, ma del coinvolgimento continuo di Dovbyk all’interno delle manovre giallorosse.

Ma questo perché? Cosa è cambiato rispetto a prima? Con Juric, oltre ad avere tanti duelli singoli in mezzo al campo, si va alla ricerca continua della verticalità e questo favorisce un attaccante come l’ucraino. La gara contro l’Udinese del resto ne è la prova. Il primo gol targato Dovbyk, infatti, è frutto di un pallone giocato veriticalmente da Pisilli, poi respinto dalla difesa bianconera, raccolto ed imbucato da El Shaarawy per l’ucraino che l’ha messa dentro. Dunque pochi passaggi, ma efficaci.

Ivan Juric a Trigoria
Ivan Juric a Trigoria

Questo il pensiero di Coppola: “Con la verticalità del gioco di Juric si renderà più partecipe alla manovra, facendo da sponda e mandando dentro le mezze punte e i centrocampisti. Guadagnerà molto con il gioco del croato anche perché se l’attaccante non viene sempre sollecitato poi non entra in partita e lui ha bisogno di toccarne molte per far parte della gara”.

L’altra grande conseguenza di tale verticalità è il gioco di sponda a favore dei compagni. Ad evidenziare tale aspetto è un dato di Dovbyk nella partita contro l’Udinese: l’80% di passaggi riusciti. Una statistica importante e che si riflette in maniera inevitabile sul gol di Baldanzi, nato proprio da uno scambio veloce con l’ucraino. Se da una parte, però, fino ad ora sono state messe in luce le peculiarità dell’ex Girona, dall’altra bisogna anche analizzare cosa non va e si può migliorare.

Un attaccante forte fisicamente come Dovbyk dovrebbe padroneggiare negli scontri corpo a corpo, ma fino a questo momento così non è stato. Contro l’Udinese, infatti, l’ucraino ha perso 9 duelli, vincendone solamente 5. Un altro esempio negativo è la gara contro l’Empoli dove l’ex Girona ne ha persi 5 su 5. Troppa poca cattiveria agonistica? Condizione fisica ancora non eccelsa? Domande lecite alle quali, senza ombra di dubbio, troverà risposta Juric.

Dovbyk quanti gol segnerà?

Come sempre è difficile fare pronostici, soprattutto quando la stagione è appena iniziata. Infortuni e imprevisti sono sempre dietro l’angolo, ma la sensazione è che Dovbyk possa lasciare il segno fin dalla sua prima esperienza in Serie A. Sicuramente si tratterà di un’annata di adattamento, ma che farà da spartiacque per quelle che verranno. Da considerare è che, a differenza di quanto visto con il Girona, difficilmente l’ucraino calcerà dagli 11 metri e questo lo porterà inevitabilmente ad avere qualche rete in meno al momento dei conti finali.

A dire la sua è stato Maurizio Coppola: “Secondo me arriverà in doppia cifra anche se non calciando i rigori avrà 5-6 gol in meno. 16-17 gol, però, secondo me può farli perché adesso è a 2, ma ha acquisito fiducia, è al centro del progetto e la Roma è una squadra che può lottare per i primi 4 posti. Sperando che fisicamente non abbia problemi, secondo me può fare veramente bene”.

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