Un passo alla volta verso il finale di stagione, e poi si vedrà. Concentrazione sul primo dei 6 appuntamenti che la Roma ha in calendario, contro il Verona, per provare a materializzare il miracolo Champions League, un qualcosa che lo stesso Ranieri in conferenza stampa ha definito quasi impossibile. C’è comunque quantomeno da confermare il piazzamento europeo, qualcosa di utopico all’arrivo del tecnico di Testaccio, pronto poi a spostarsi dietro le quinte per aiutare il club a crescere. Si occuperà anche di mercato, e la notizia odierna è quella del rischio di perdere il suo pupillo Zeki Celik.
Prima di Ranieri il turco era uno dei giocatori maggiormente bersagliati dalla tifoseria, complici prestazioni oggettivamente non all’altezza, ma tanto da esterno quanto soprattutto da braccetto di destra, si è rivelato una risorsa molto importante per i giallorossi (nel derby 100ª presenza). Non a caso un certo Hummels ha visto il proprio minutaggio calare drasticamente, ma proprio come il tedesco ora il futuro alla Roma è in bilico. o melio, sembra addirittura già deciso.
Dalla Turchia parlano di un addio pressoché certo, con il sito HT Spor che lancia tale indiscrezione: Celik avrebbe già raggiunto un accordo col Fulham, squadra che a gennaio aveva avviato i contatti con i capitolini per portarlo a Londra, scontrandosi però con il secco “no” di Ranieri. Ora però lo scenario è diverso, con il turco che vedrebbe il proprio contratto con la Roma scadere nel 2026, e per ora non sono pervenute voci di rinnovo. Un futuro in Premier League già deciso a quanto pare, un’altra pedina che il club dovrà sostituire nel mercato estivo.
Niente Roma anche per Pellegrini
Non l’unico Celik che potremmo vedere lontano dalla capitale fra poche settimane, e a seguirlo potrebbe essere Lorenzo Pellegrini. La sua avventura in giallorosso volge al termine, e Nicolò Schira aggiunge che anche un’ipotetica stima dell’allenatore che verrà non dovrebbe cambiare le carte in tavola. Qualcosa che sembra necessario tanto per la Roma, che si libererebbe di un ingaggio pesante a fronte di un giocatore non più sui suoi livelli da tempo immemore, quanto per il capitano, che non riesce ad esprimersi in un ambiente che fatica a reggere.