È una Roma totalmente concentrata sull’imminente partita contro la Fiorentina, un’altra tappa cruciale per inseguire l’obiettivo Champions sulla quale è vietato inciampare, ma va da se che parlare del futuro risulti inevitabile a meno di un mese dal termine della stagione. Il post Ranieri è il tema clou, e tra i sogni proibiti c’è quel Carlo Ancelotti sospeso tra permanenza al Real Madrid e addio sempre più possibile. Sembrava ovvio l’approdo al Brasile, con il quale avrebbe già trovato un accordo, ma il tutto è stato rimesso in discussione in queste ore, con la Selecao non più disposta ad aspettarlo a lungo.
La conferenza stampa di avvicinamento alla sfida al Celta Vigo, da vincere per non perdere contatto ne LaLiga col Barcellona capolista (+4 blaugrana), ha visto il tecnico toccare inevitabilmente l’argomento: “Capisco che volete parlare di questo, ma la verità è che sono molto affezionato al mio club, ai miei giocatori e ai miei tifosi. Parlerò del mio futuro dopo il 25 maggio, non devo rispondere ora su ciò che potrebbe accadere dopo quella data. So benissimo cosa faccio, cosa ho intenzione di fare e cosa farò, ma non ne parlerò oggi”.
Non si sbilancia dunque Ancelotti e toccherà aspettare, e l’ex allenatore di Napoli e Milan sembra molto sereno a riguardo: “Non posso dire cosa accadrà, ma qualsiasi cosa succederà sarà un addio fantastico, perché amo il club e lui ama me. Non ho mai litigato in sei anni con il Real Madrid e non ho intenzione di farlo l’ultimo giorno, che non so quando sarà. Potrebbe essere il 25 maggio, nel 2026, nel 2030… Mancanza di rispetto i nomi che girano per la panchina? No. Ho un ottimo rapporto col club e molte delle informazioni dette non sono vere“.
Brasile in vantaggio, ma perché non la scelta romantica?
In un’intervista, lo stesso Aldo Serena si è augurato che possa essere lui il primo allenatore dei giallorossi, e in effetti l’impatto che avrebbe l’arrivo di un allenatore vincente come lui, oltre che ex giocatore della Roma, sarebbe di estrema potenza. Una scelta romantica, che presupporrebbe un ingaggio ridimensionato ed un progetto fatto di spese calcolate, ricerca di giocatori da far crescere e pochi campioni, un qualcosa a cui sicuramente Ancelotti non è abituato. Il Brasile resta ovviamente in vantaggio, anche se la frenata di queste ore potrebbe cambiare lo scenario.