La Roma si prepara a dire addio ad Angelino. Il terzino spagnolo, arrivato in prestito dal Lipsia a gennaio e riscattato per 5 milioni, sembra ormai destinato a trasferirsi all’Al-Hilal di Simone Inzaghi per una cifra attorno ai 20 milioni di euro. Un’operazione che, se andasse in porto, genererebbe una plusvalenza importante per i giallorossi e libererebbe un ingaggio pesante. Eppure, nonostante l’ottimo rendimento nella seconda parte della stagione – in particolare sotto Claudio Ranieri – la sua cessione sta facendo discutere una parte della tifoseria romanista. La sensazione è che dietro questa scelta ci sia molto di più di un discorso meramente economico. A cambiare radicalmente sono infatti le esigenze tattiche con l’arrivo di Gian Piero Gasperini.
Il prototipo dell’esterno sinistro per Gasperini
Per capire perché Angelino non rientrerebbe nei piani del nuovo tecnico, basta guardare a chi ha ricoperto il suo stesso ruolo nei nove anni di gestione Gasperini all’Atalanta. Il primo riferimento è Leonardo Spinazzola: alto 1,86 m, gran corsa, spinta costante e capacità di attaccare lo spazio. Nel 2017 è poi arrivato Robin Gosens, uno dei simboli dell’Atalanta gasperiniana: 183 cm di potenza, 29 gol e 21 assist in 157 presenze. Un esterno mancino con numeri da mezzapunta, perfettamente integrato in un sistema che richiede esterni capaci di attaccare come attaccanti e coprire come difensori.
E non è stato un caso isolato. Il belga Timothy Castagne (185 cm), il danese Joakim Maehle (185 cm), e il giovane Matteo Ruggeri (187 cm) hanno seguito lo stesso identikit: giocatori di corsa, resistenza, intensità e buona struttura fisica. Anche chi ha coperto meno partite in quel ruolo, come Davide Zappacosta (182 cm) o Sead Kolasinac (183 cm), ha sempre garantito presenza atletica e gamba, qualità fondamentali per un tecnico che chiede ai suoi esterni di giocare a tutto campo per novanta minuti.
Angelino: talento tecnico ma poco compatibile
Angelino è un profilo molto diverso. È un giocatore dal profilo tecnico raffinato, con un piede sinistro preciso e intelligente, spesso utilizzato come regista laterale nella Roma di De Rossi e poi di Ranieri. Ma con i suoi 1,71 metri, non possiede né l’impatto fisico né la corsa esplosiva richiesti dal gioco verticale e intenso di Gasperini.
Il suo stile, inoltre, si basa su una gestione ragionata della palla, con cross e costruzione ragionata più che sull’attacco dello spazio e la progressione palla al piede. In un sistema dove l’esterno è un’ala aggiunta che deve continuamente attaccare la profondità, lo spagnolo rischierebbe di essere penalizzato.
Cessione strategica, tra plusvalenza e risparmio
Oltre agli aspetti tecnici, la cessione di Angelino rappresenta una mossa economicamente intelligente per la Roma. Il calciatore, riscattato per 5 milioni, ha firmato un contratto fino al 2028 da 3,2 milioni netti a stagione, che pesano quasi 7 milioni lordi a bilancio ogni anno. Ora, la possibilità di cederlo per circa 20 milioni rappresenta un’occasione difficilmente rinunciabile: si realizzerebbe una plusvalenza di circa 17 milioni in pochi mesi, liberando al contempo un posto per un profilo più giovane, meno costoso e più funzionale al nuovo corso.
La Roma, insomma, sta facendo una scelta strategica: rinunciare a un giocatore di talento per puntare su uno più adatto al nuovo sistema. Una decisione che può apparire impopolare oggi, ma che potrebbe rivelarsi coerente col progetto tecnico impostato da Gian Piero Gasperini.