L’alba di un martedì che più amaro non si può, e non potrebbe essere altrimenti visto il risultato maturato al Gewiss Stadium ieri sera. La Roma cade contro l’Atalanta e non completa una rimonta che resta sensazionale, ma che avrebbe potuto regalare il 4° posto in solitario a due giornate dalla fine. Ora il sogno Champions si complica maledettamente, e il rammarico resta sia per una prestazione che poteva essere più coraggiosa sia per il rigore dato e poi tolto per il contatto tra Pasalic e Koné.
Non si parla d’altro ed è ovvio che sia così, perché se ci è sempre stato detto che l’entità del contatto è a completa discrezione dell’arbitro, l’intervento del VAR non è giustificabile. Dello stesso avviso di Ranieri è anche l’ex direttore di gara Gianpaolo Calvarese, che su X ha spiegato perché non si trova d’accordo con la decisone di Sozza e di Abisso al monitor: “Il contatto c’è col ginocchio, ma sembra lieve. Ma se dal campo ci sta non dare rigore, in altre occasioni simili il VAR non è intervenuto. Manca uniformità“.
Dello stesso avviso è anche il giornalista e conduttore televisivo Maurizio Pistocchi, che scende anche più nel dettaglio: “Il calcio di rigore prima concesso e poi, dopo OFR, revocato da Sozza in Atalanta-Roma non può non far discutere. Pasalic sbaglia il tempo dell’intervento sulla palla e mette la gamba sinistra tagliando la strada a Koné, il contatto coscia/coscia c’è -anche se minimo- ma se Pasalic non mette la gamba il giocatore della Roma passa e va in porta. Facci notare un particolare. Art. 12 Falli e Scorrettezze: è da considerare punibile il calciatore che con il corpo impedisce la progressione dell’avversario”.
Un problema di protocollo
Ciò che lo stesso Ranieri ha fatto capire è il fatto che non si tratta di giudicare in che percentuale quello sia rigore o meno, e se Sozza lo avesse giudicato non punibile in campo non ci sarebbe stato nulla da dire. Il fatto però che “È sempre l’arbitro a decidere” sembra ormai una frase fatta che non corrisponde al vero, oltre al fatto che il regolamento ha un’applicazione diversa a piacimento, creando pericolosissimi retropensieri. Un problema di protocollo di cui siamo oggettivamente stufi, e che potrebbe pesare in maniera irrimediabile sulla stagione della Roma.
Il punto di vista di Parolo e Behrami
Sulla questione si è espresso nel corso di Step on Foot anche l’ex centrocampista della Lazio Marco Parolo: “Io non dico che è rigore, ma lui vede il contatto e lo fischia. L’errore che fa Pasalic è di affondare l’intervento, Koné non si butta come aveva fatto per esempio Theo Hernandez. Lui nella corsa prende la gamba di Pasalic e per me Sozza aveva gli elementi per rimanere della sua opinione. Per me Koné non si è buttato e Pasalic non ha commesso un fallo netto, tutti e due hanno fatto una via di mezzo e se avesse dato il rigore non sarebbe stato scandaloso. Pasalic sbaglia, perché fa un passo di troppo”.
Di diverso avviso è invece Valon Behrami, che nel corso della medesima trasmissione, in onda su DAZN, ha invece assunto una posizione contraria rispetto a Parolo: “Quel contatto può mai essere rigore? Mi sembra strano detto da te che sei stato giocatore. Non c’è nessun incrocio di gambe”.