Si sprecano i temi attorno alla Roma, in un maggio che sarà decisivo per tante questioni. Il campo anzitutto, che decreterà se il club riuscirà a tornare in Champions League a distanza di 6 anni dall’ultima volta, e la sfida di lunedì all’Atalanta sarà la prima delle tre finali che dividono la squadra da tale sogno. C’è poi un mercato che vede Solet e non solo come nomi per la difesa, ed una questione post Ranieri da risolvere subito dopo la fine del campionato. Notizie clamorose però giungono oggi con riguardo a chi questa stagione giallorossa l’ha iniziata, un Daniele De Rossi pronto a rimettersi in gioco.
Chissà che storia avremmo raccontato se i Friedkin avessero avuto più pazienza a settembre, non lasciandogli a disposizione solo 4 partite di campionato, dopo un rinnovo triennale avvenuto qualche mese prima per poi esonerarlo per affidarsi a Juric. Così è andata, e dopo le voci dell’interessamento di Wolverhampton e Lecce per la prossima stagione, dall’Argentina si dicono sicuri di un Bocca Juniors pronto a raccoglierlo in veste di allenatore della squadra, dopo avergli concesso la passerella finale di carriera da giocatore.
Per DSports Radio, quello di DDR è uno dei nomi papabili per il post Gago, da poco esonerato dopo il ko contro il River Plate, una partita che da quelle parti non si può perdere. Un qualcosa che sarà sicuramente sponsorizzato da Paredes, che si è sempre trovato bene col tecnico romano e brama anche lui il ritorno, prima o poi. Chi si sfrega le mani è la Roma, e il motivo è facilmente intuibile: De Rossi al Boca Juniors vorrebbe dire un risparmio di 3,3 milioni a stagione per i prossimi due anni, ciò che il club gli aveva promesso nel rinnovo dell’estate scorsa fino al 2027.
De Rossi: “Mi piacerebbe tornare al Boca per allenarlo”
Il passato da giocatore nel club argentino non può che alimentare tale scenario, oltre a parole difficilmente fraintendibili pronunciate da De Rossi a gennaio scorso: “Mi piacerebbe tornare al Boca per allenarlo. Ho lasciato questa porta aperta perché voglio tornare. Sono cresciuto così, guardando i filmati di Maradona, mi sono innamorato dello stadio, dell’amore che hanno per noi, perché è simile a quello che proviamo noi in Italia. Poi mi sono trasferito lì in Argentina, è stato pazzesco. Il pubblico, il governo, il Paese, tutti parlano del Boca Juniors. Vivono per il calcio, è una religione”.