È ufficialmente iniziato un luglio che vedrà ora la Roma nel vivo del mercato in entrata (prenotato Lucumì), dopo aver sistemato in extremis i conti con la UEFA con la cessione di Abraham. Una fine di giugno che ha anche decretato il termine dei prestiti per tutte le squadre di Serie A, che hanno salutato o riaccolto giocatori da valutare e prendere in considerazione. Fra questi è tornato della capitale Edoardo Bove, un calciatore dalla storia ovviamente diversa da tutte le altre, che merita considerazioni particolari.
Dopo l’addio ai giallorossi, per lui si erano aperte le porte della permanenza alla Fiorentina, felice del rendimento che stava avendo fino a quel nefasto 1° dicembre 2024. Poi il malore in campo che ha lasciato tutto il mondo dello sport con il fiato sospeso e il pacemaker impiantato nel cuore che gli ha impedito di tornare in campo, compromettendo chiaramente il riscatto che i Viola erano pronti ad esercitare. Ora il ritorno alla Roma ed un futuro tutto da scrivere.
Come fatto notare dalla Gazzetta dello Sport, la Fiorentina non l’ha inserito nel post di saluto ai giocatori in prestito pronti a tornare nei rispettivi club, sintomo di come tra le parti intercorra un rapporto viscerale. Un patto d’amore tra Bove e gigliati che nessuno vorrebbe terminare in questo modo, tanto che una prosecuzione del rapporto è probabilmente ciò che entrambi vorrebbero. Più facile a dirsi che a farsi, posto che le dinamiche da tenere in considerazione sono tante, soprattutto di fronte al fatto che il classe 2002 non vorrebbe smettere di giocare.
Ritorno solo all’estero
Nessuna modifica ad oggi per quanto riguarda un regolamento italiano che impedisce categoricamente a soggetti dotati di pacemaker, a seguito di episodi come quello fatto registrare, di svolgere attività agonistiche, laddove la salute dell’atleta è qualcosa su cui non si scende a compromessi. Diverso il discorso all’estero, dove in molti paesi basta firmare un documento in cui ci si assume la totale responsabilità verso il rischio di ricadute e nuove anomalie cardiache per scendere regolarmente in campo. L’Inghilterra in tal senso potrebbe essere una soluzione per Bove, il campionato più competitivo al mondo che ospita già un Eriksen nella stessa condizione di Edoardo.