Bove: “Le visite mi diranno se posso togliere il defibrillatore, Io all’estero? Ci andrei”

Torna a parlare Edoardo Bove: presto nuove visite per capire se sarà possibile togliere il defibrillatore sottocutaneo, altrimenti un futuro all'estero è un'opzione buona per il giocatore

Redazione Solo la Roma
Redazione Solo la Roma - La Redazione
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Una giornata infuocata l’ultima di Serie A, che ci regala una lotta Champions nella quale è prepotentemente rientrata anche al Roma. La vittoria sul Cagliari, con il muro Svilar determinante nel risultato, vale oro e avvicina a 4 punti il 4° posto, anche grazie al roboante 3-0 della Fiorentina sulla Juventus. Una partita, come d’altronde tutte le altre da quel 1 dicembre 2024, che non ha potuto giocare Edoardo Bove, dopo il malore accusato in campo contro l’Inter proprio in tale data.

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In una lunga chiacchierata con Gianluca Gazzoli nel podcast “Passa dal BSMT”, il classe 2002 ha toccato tantissimi temi, tra i quali anche la spinosa questione del ritorno al calcio giocato: “È un argomento che sto tutt’ora approfondendo. La legge italiana non permette di giocare con il defibrillatore, ma non è una questione medica. Per questo all’estero certi stati consentono la pratica agonistica. In futuro dovrò fare delle visite importanti che mi diranno se posso toglierlo e, in caso, cosa fare. Conta anche la salute mentale, perché se io non mi sentissi sicuro senza allora cambierebbe tutto. Non c’è ancora nulla di definitivo”.

A fine anno scadrà il prestito con la Fiorentina e Bove tornerà alla Roma per decidere insieme il da farsi, con una ferma convinzione: Io all’estero? Sì, ci andrei. Lo devo a me e a tutti i sacrifici che ho fatto. Non mi sentirei di mollare, sono ancora giovane. Dopo il malore ho sentito subito Eriksen, è stato molto carino e mi ha dato dei consigli”.

Da De Rossi agli ex compagni alla Roma

Tanti ricordi anche in quella squadra che l’estate scorsa non avrebbe mai voluto lasciare: “Uno dei giorni più importanti è stato scoprire di far parte della prima squadra della Roma, ho capito di avercela fatta. Mancini, Pellegrini, Cristante e Dybala mi hanno dato tanti consigli all’inizio, ma penso sia ciò che succede in ogni ambiente lavorativo. Le dinamiche di spogliatoio sono molto più semplici di quanto si creda. Gli allenatori poi sono stati fondamentali per la mia carriera. De Rossi? Ho avuto il papà Alberto in Primavera e Daniele in prima squadra, lui è molto portato per fare l’allenatore e sono convinto farà una grande carriera”.

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