3 settembre 2014, Empoli-Roma. All’intervallo Leandro Castan esce dal campo. Non rientrerà mai più davvero. È lo stesso ex difensore giallorosso a raccontare oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, uno dei momenti più drammatici della sua vita: la scoperta di un cavernoma cerebrale. “In quei 15 minuti è finita la mia carriera”, ha detto Castan. “Dopo la partita stavo malissimo. La mattina dopo non mi reggevo in piedi, vomitavo, avevo perso 20 chili. All’inizio la Roma scelse di nascondere tutto. Ero distrutto”.
“O smetti o ti operi”: il bivio che ha cambiato tutto
Dopo settimane di incertezze, arrivò la diagnosi: un tumore al cervello. L’intervento era rischioso, ma necessario. Proprio quel giorno, racconta, sua moglie gli disse che sarebbe diventato di nuovo padre: “Un segnale di Dio”. Poi il ricordo commosso di Sabatini, “come un secondo padre”, e le difficoltà con Spalletti: “Dopo una partita sbagliata mi disse: ‘Tu con me non giochi più’. Mi crollò il mondo addosso”.