Castellanos tra Lazio e Argentina: “Dybala? C’è stima”

L’attaccante della Lazio racconta la rivalità con la Roma e il rapporto con i connazionali Dybala, Paredes e Soulé: “Tanto rispetto fuori dal campo, ma il derby lo senti ovunque, ogni giorno”

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In una stagione che lo ha visto crescere silenziosamente ma con determinazione, Valentín Castellanos si racconta con sincerità e orgoglio ai microfoni di La Nacion. L’attaccante della Lazio, arrivato con l’etichetta del talento da scoprire, ha imparato presto che a Roma il calcio non è solo un gioco. È appartenenza, è identità. E soprattutto, è derby. Quello con la “Roma dell’altra sponda” – come qualcuno lo chiama da queste parti – non è mai una partita qualsiasi. È un’ossessione cittadina, un rito collettivo che divide famiglie, rioni, esistenze.

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“Il derby? Lo vivi prima ancora di scendere in campo”

Non servono anni di militanza per capirlo. Castellanos lo ha intuito subito. “Le persone sono molto appassionate, e la maggior parte di chi lavora nel club è tifoso della Lazio. Questo cambia tutto”, racconta. L’ambiente, il respiro di Formello, gli occhi che brillano quando si nomina la Roma: tutto parla di una rivalità che travalica il campo. “Anche se sono qui da poco, sento già un legame fortissimo con i tifosi e con la società. Il derby si sente sulla pelle, lo respiri ogni giorno”.

Parole che pesano, soprattutto in una piazza dove l’empatia con i giocatori non è mai scontata. Ma l’argentino, con la sua umiltà e il suo lavoro, si è guadagnato rispetto. Non urla, non provoca, ma c’è. E sa quanto vale quella maglia.

Rapporti oltre il campo? Solo rispetto, ma ognuno nella sua trincea

Eppure, a Roma non ci si divide solo per colori: la capitale è anche un piccolo spicchio di Argentina, con tanti connazionali sparsi tra le due sponde del Tevere. Dybala, Paredes, Soulé da un lato. Castellanos dall’altro. Lì dove la rivalità dovrebbe segnare un confine netto, l’attaccante sorprende con parole di equilibrio e maturità: “Ci salutiamo con grande rispetto. Con i ragazzi c’è un ottimo rapporto, ogni tanto ci si incrocia in qualche ristorante e ci scambiamo due parole, sempre in modo cordiale”, spiega.

Poi aggiunge un dettaglio tutt’altro che secondario: “Non ci vediamo al di fuori del calcio, anche per una questione logistica. Loro vivono in una zona molto lontana da Roma, noi dall’altra parte… È complicato”. Ma il tono resta disteso: “Sono contento per loro, stanno facendo bene”.

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