L’aria di Centocelle è cambiata, e non certo in meglio. L’incendio divampato nella mattinata del 4 luglio in via dei Gordiani 34, culminato nell’esplosione di un distributore di Gpl, ha lasciato dietro di sé più di un danno visibile. Secondo i primi rilievi effettuati sul posto, l’allarme ora riguarda ciò che non si vede: le sostanze tossiche disperse nell’aria, in particolare la diossina.
Il primo monitoraggio dell’Arpa: concentrazioni anomale
Nelle ore immediatamente successive all’incendio, l’Arpa Lazio ha attivato una centralina mobile a breve distanza dal luogo dell’esplosione. I dati diffusi oggi parlano chiaro: nell’atmosfera è stato rilevato un valore di 1 picogrammo per metro cubo (1 pg/m³) di diossine e furani, un dato che, in assenza di un riferimento normativo vincolante, è stato confrontato con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità .
Secondo l’OMS, la concentrazione media nelle aree urbane dovrebbe aggirarsi attorno a 0,1 pg/m³. A conti fatti, l’aria di Centocelle risulta contaminata da una quantità di diossina fino a dieci volte superiore rispetto alla media attesa. Un dato che, secondo quanto precisato dalla stessa Arpa, è compatibile con la presenza di una fonte localizzata di emissione tossica, esattamente come accade in caso di incendio con rilascio di materiali plastici o combustibili complessi.
La conferma: l’incendio ha prodotto diossine
Non ci sono margini per il dubbio. Quando i valori superano la soglia indicativa di 0,3 pg/m³, spiegano i tecnici, è indice certo che l’evento ha generato emissioni diossiniche. E a Centocelle, quanto accaduto il 4 luglio lo conferma pienamente. I dati non indicano solo un’alterazione temporanea, ma fotografano un episodio di impatto ambientale che richiede attenzione, analisi e, se necessario, contromisure immediate.
Idrocarburi sotto controllo, ma il dato va contestualizzato
Se le notizie sulla diossina destano preoccupazione, va meglio sul fronte degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), in particolare il benzo(a)pirene, noto per la sua tossicità . Il valore rilevato è pari a 0,1 nanogrammi per metro cubo (ng/m³), ampiamente sotto il limite annuale di 1 ng/m³ fissato dal decreto legislativo 155/2010.
Tuttavia, come puntualizza la stessa Arpa, questo limite si riferisce a una media annua, e per sua natura non è pensato per valutare picchi in occasione di eventi straordinari come gli incendi. Il dato va quindi interpretato con cautela: non è indice di pericolo immediato, ma nemmeno una rassicurazione definitiva.
Un quartiere col fiato sospeso: attese nuove analisi
A Centocelle cresce la preoccupazione, mentre si attende che le analisi proseguano nei prossimi giorni, anche per valutare la persistenza nell’aria delle particelle tossiche. I residenti, ancora scossi per l’esplosione e i danni materiali, ora devono fare i conti anche con l’invisibile, che forse è ancora più pericoloso. Roma Est osserva, e aspetta risposte.