Artem Dovbyk fa il bello e il cattivo tempo. Un minuto prima si divora una clamorosa occasione a tu per tu con il portiere, un minuto dopo torna a vestire i panni del bomber – che sembrava aver perso dal suo arrivo in Italia – e decide Roma-Cagliari con una zampata di sinistro. È stato proprio l’uomo più bersagliato dopo Bilbao – quasi al pari di Hummels – a mettere il sigillo sulla sesta vittoria consecutiva in campionato dei giallorossi, che restituisce entusiasmo ai tifosi dopo l’amara eliminazione in Europa League.
Adesso la classifica si fa interessante: la sconfitta della Juventus con la Fiorentina e la batosta della Lazio a Bologna hanno ridotto la distanza dal quarto posto ad appena quattro punti. Dopo la sosta per le nazionali, la Roma sarà attesa da una serie di scontri diretti decisivi, con Ranieri che spera di recuperare al meglio Paulo Dybala, uscito per un infortunio ai flessori dopo appena dieci minuti dal suo ingresso in campo.
Un primo tempo bloccato
Ranieri ha operato sei cambi rispetto all’undici schierato in Europa dopo la battaglia di Bilbao: Svilar tra i pali, Rensch, Mancini e Ndicka nei tre di difesa, Saelemaekers e Angelino sulle corsie laterali, Koné accanto a Paredes in mezzo al campo, con Baldanzi e Soulé a supporto di Dovbyk. Assente Pellegrini, fermato dalla febbre. Nicola, invece, ha optato per un 3-5-1-1 con Palomino, Mina e Luperto davanti a Caprile, Zortea e Obert esterni, Adopo, Prati e Deiola in mediana, con Viola alle spalle di Piccoli.
La Roma ha dominato il possesso palla nel primo tempo (68% a 32%), ma il Cagliari si è chiuso con una difesa bassa per evitare di concedere spazi. I rossoblù hanno cercato di colpire in ripartenza, lanciando lungo su Piccoli, ben controllato da Mancini, e sfruttando le corse di Zortea e Obert sulle fasce. Quando la Roma alzava la pressione con Soulé su Luperto, Baldanzi su Mina e Dovbyk su Palomino, i sardi cercavano di allargare il gioco con i braccetti per far salire gli esterni.
I giallorossi hanno invece faticato a trovare varchi nella difesa avversaria. Paredes ha avuto pochi spazi per le sue verticalizzazioni, mentre Baldanzi ha cercato di legare il gioco svariando sulla trequarti. Soulé si è allargato per dare ampiezza quando Saelemaekers si accentrava. Dovbyk, con un atteggiamento più determinato rispetto alle ultime uscite, aveva il compito di allungare la difesa e trovare il varco giusto.
Le occasioni da gol, però, sono state poche (0.39 xG per i capitolini, 0.18 per i sardi) e alla Roma è mancato sempre l’ultimo passaggio per arrivare in porta. Al 15’ Dovbyk ha provato la conclusione dalla distanza dopo un recupero di Mancini, ma ha alzato troppo la mira. Al 28’ lo stesso Mancini si è coordinato bene su un corner di Paredes, trovando però la deviazione di un avversario.
Vedendo la squadra troppo sbilanciata sul centrodestra, Ranieri ha optato per un 4-2-3-1 intorno alla mezz’ora, spostando Saelemaekers a sinistra e Baldanzi al centro. Il cambio ha portato a due chance nel finale di tempo: un colpo di testa di Dovbyk su corner di Soulé finito di poco a lato, e un tiro alto di Zortea dopo una palla persa da Koné.
Dovbyk la decide nella ripresa
Nella ripresa si è rivelata la strategia del Cagliari: resistere nel primo tempo e alzare il baricentro nel secondo tempo contando su una maggiore stanchezza della Roma. Ad aiutare la squadra di Nicola ci ha pensato anche il cambio modulo dei capitolini, che non scivolavano più in tempo sui quinti avversari. I sardi hanno cominciato a trovare spazi e tempi di gioco per arrivare al cross (soprattutto a destra con Zortea) e servire Piccoli, trovando però sulla sua strada un super Svilar.
Il momento chiave è arrivato al 60’: la Roma è ripartita rapidamente su un corner del Cagliari, Baldanzi ha sfruttato un varco nella difesa e ha servito Dovbyk, il cui tiro davanti a Caprile – destinato a finire sul fondo – è stato deviato da Prati in angolo. Sul successivo corner, Dovbyk si è ritrovato il pallone addosso dopo una deviazione di Deiola e di sinistro ha girato in rete, trasformando i fischi di pochi istanti prima in applausi.
Ranieri ha subito inserito Cristante, Dybala ed El Shaarawy per Soulé, Baldanzi e Koné, con Saelemaekers riportato a destra. Nicola ha risposto con Augello, Makoumbou e Mutandwa, passando a un attacco a tre. Il Cagliari ha avuto un forcing finale pericoloso, ma Svilar si è superato due volte su Piccoli e Mina. Nel frattempo, Dybala è uscito sconsolato per infortunio.
Ranieri ha poi mandato in campo Shomurodov per Dovbyk per cercare di alleggerire la pressione, ma i giallorossi sono stati praticamente costretti a giocare con un uomo in meno dopo l’infortunio di Rensch, che è rimasto comunque in campo stringendo i denti, con Saelemaekers ed El Shaarawy quinti in una sorta di 5-3-2. Le ultime speranze del Cagliari si sono spente con il colpo di testa di Pavoletti bloccato da Svilar, che ha permesso alla Roma di continuare la sua rincorsa.
Svilar superlativo, ma la Roma è stanca
Tre punti fondamentali per la Roma, che sfrutta gli scontri diretti di giornata per avvicinarsi al quarto posto. A fine partita, Svilar è stato premiato come migliore in campo, autore di quattro interventi decisivi. Resta da capire quando arriverà il rinnovo di contratto per il giovane portiere, ormai una certezza.
Dovbyk, bersagliato dalle critiche dopo Bilbao, ha risposto con una prestazione di carattere. Ha sbagliato un gol facile, ma il destino gli ha concesso una seconda chance, che stavolta non ha sprecato. Il gesto di tutta la squadra, che lo ha abbracciato e indicato i tifosi, testimonia la compattezza del gruppo. Lo stesso senso di unione che ha portato Rensch a rimanere in campo in condizioni non ottimali per aiutare la squadra nel finale.
L’infermeria, però, si riempie: Rensch e Dybala rischiano un mese di stop per lesioni muscolari. Inoltre, la gara ha confermato le difficoltà della Roma sui calci piazzati, con marcature troppo morbide che avrebbero potuto costare caro.
La rincorsa continua
La Roma prosegue il suo incredibile girone di ritorno: 26 punti in dieci giornate, più dei 23 conquistati in tutto l’andata. La squadra ha ancora margini di crescita, ma la sosta sarà cruciale per recuperare energie e acciaccati. Dopo il rientro a Lecce, il calendario si complicherà notevolmente, con scontri diretti che decideranno il destino della Roma nella corsa Champions.