Concentrazione massima della Roma rivolta alla sfida contro il Como, serenamente considerabile la squadra più in forma del campionato insieme ai giallorossi. Due vittorie di prestigio per la squadra di Fabregas, contro Fiorentina e Napoli, negli ultimi due turni, che gli permettono di giocare all’Olimpico senza pressioni e con estrema fiducia. Capitolini però che non perdono in Serie A proprio dalla gara d’andata al Senigallia, ben 10 partite fa, e bramano vendetta. Con l’Athletic Club all’orizzonte, Ranieri riflette sull’11 da schierare, con particolare attenzione al caso Dovbyk.
La stagione dell’ucraino è già di per se agrodolce, non pienamente sufficiente se consideriamo i 36 milioni, tra parte fissa e bonus, spesi per strapparlo in estate al Girona. 13 gol e 4 assist nelle 33 partite giocate non bastano ad una Roma che punta a rimonta in campionato e finale di Europa League, ma a complicare le cose ci si è messo l’infortunio all’adduttore alla vigilia della sfida al Porto. Dovbyk non è ancora rientrato in gruppo, come si sperava facesse in questi giorni, e preoccupa non solo per il match contro il Como.
Salvo sorprese darà forfait domenica per mettere nel mirino la gara d’andata con l’Athletic Club, ma va da se che, dovesse recuperare, la forma non sarebbe delle migliori: essendo rimasto a riposo anche contro il Parma, per essere fresco per il Porto, quella col Como sarà la 4ª partita consecutiva senza minuti a referto, un problema per lo stato fisico di un giocatore imponente come lui. Non resta che fare all-in su uno Shomurodov con dei limiti ma estremamente volenteroso, capace di mostrare ottime cose nelle ultime due uscite della squadra.
Ranieri non si fida del Como
Come capita ormai da settimane, non è facile prevedere la mole di turnover che la Roma attuerà in campionato, proprio per mantenere le energie per l’Europa League. Se però contro un Monza allo sbando era prevedibile qualche cambio, Ranieri non si fida di un Como in stato di grazia, ed è dunque probabile un 11 più o meno titolare. Può rischiare la panchina Hummels a beneficio di Celik, con Mancini spostato centrale, oltre ad un Pellegrini in vantaggio ma insidiato dai vari Pisilli, El Shaarawy e Soulé sulla trequarti. Per il resto niente ulteriore riposo per Angelino, Saelemaekers, Paredes, Koné e Dybala, oltre appunto a Shomurodov là davanti.