Doveva essere un polo culturale, un centro vivo di arte e memoria per l’Esquilino. Ma il progetto di riqualificazione della storica prima Zecca dello Stato, in via Principe Umberto, è stato profondamente modificato: al posto di museo, biblioteca e laboratori, sorgeranno semplici uffici direzionali.
Il cambio di rotta è arrivato a marzo, con l’approvazione di una variante progettuale da parte del Ministero delle Infrastrutture, su proposta dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. L’edificio, oggi in cantiere, sarà trasformato in sede operativa del Poligrafico, cancellando quasi del tutto la visione originaria presentata nel 2018.
Depennati cultura, mostre e formazione
La nuova versione del progetto elimina il museo, l’archivio storico, la Scuola dell’arte e della medaglia, e persino il bookshop. Una decisione che ha scatenato la reazione di associazioni locali, comitati civici e forze politiche. Il deputato Paolo Ciani ha presentato un’interrogazione al MEF, mentre PD e circoli locali parlano apertamente di “operazione immobiliare” in un quartiere che ha invece bisogno di presidi culturali.
Il caso in Parlamento
“Come si può stravolgere così un progetto finanziato e già assegnato con bando pubblico?”, si chiedono i firmatari dell’interrogazione. Intanto, il Partito Democratico ha avviato un confronto con il Comune per ripristinare il progetto originario, fondato su cultura, comunità e partecipazione.