Ultimi preparativi in casa Roma, col dubbio Celik da sciogliere, in vista del fondamentale match di domani, l’atto primo di un tostissimo ottavo di finale di Europa League contro un Athletic Club che punta dichiaratamente alla finale, da giocare nel proprio San Mames. Con Tottenham e Manchester United decisamente in crisi quest’anno, tanto i baschi quanto i capitolini sono ampiamente legittimati a sognare il trofeo, ed eliminare l’avversario diretto costituirebbe un boost psicologico importante. All’Olimpico Valverde si affiderà al fattore Williams per ottenere un risultato positivo.
I due fratelli sono l’arma principale dell’Athletic, una società che gli ha accolti fin da piccoli. Ne ha parlato così il più giovane Nico alla Gazzetta dello Sport: “Questo è un club unico, una squadra che si basa tutta la sua cantera e che incredibilmente non è mai retrocesso. Abbiamo giocato la Champions, vinto la Copa del Rey e competiamo sempre al massimo livello. I bambini che vengono qua sanno che la possibilità di arrivare in prima squadra è reale, è una cosa speciale che ti spinge a lottare, un senso di appartenenza vero.
Ma non solo: “L’Athletic ti forma come giocatore ma anche come persona. Io sono arrivato a 11 anni e a Lezema ho avuto tanti padri e madri, è una famiglia. Educazione, rispetto e valori, questo è l’Athletic“. Un amore per la maglia encomiabile, ma cosa si aspetta Nico Williams dal match di giovedì? “La Roma ora sta molto bene, ha vinto le ultime 4 partite di fila. È squadra fisica con giocatori di qualità. Dybala può risolvere la partita in qualsiasi momento, Angelino ha grandi numeri e dovremo stare attenti da quel lato. Sono due crack. Sarà dura aperta ma siamo contenti del ritorno al San Mames; passiamo noi“.
Nico: “Qui si guarda alla persona, non al colore della pelle”
Unità è la parola che Nico Williams ha usato per descrivere in toto la Roma, un termine che ritorna anche nelle bellissime dichiarazioni che l’asso spagnolo riserva per il suo club e per la terra che lo ha accolto, lui che ha origini ghanesi: “Qui in Euskadi aprono le porte a tutto il mondo, si vive nel massimo rispetto, ti senti appoggiato. Si guarda alla persona, non al colore della pelle o all’accento. Nel club dobbiamo essere tutti molti grati a mio fratello Inaki, è stato lui ad aprire le porte, la sua figura è stata fondamentale”. Al San Mames ci sarà un atmosfera non facile da affrontare dunque, cosa che obbliga la Roma ad un risultato positivo all’Olimpico.