La Roma torna a vincere un big match e lo fa nel migliore dei modi: dominando in casa della capolista e campione d’Italia in carica. Dopo oltre due anni e mezzo, i giallorossi sbancano San Siro infliggendo all’Inter la terza sconfitta consecutiva. Un’impresa firmata Matias Soulé, migliore in campo e simbolo di una crescita ormai definitiva, che conferma quanto l’argentino sia diventato fondamentale nell’economia della squadra.
Gran parte del merito va però anche a Claudio Ranieri, che ha impostato la partita con la mentalità di una grande squadra, senza alcun timore reverenziale (come invece accaduto con Juventus e Lazio) e scegliendo la strategia migliore per mettere in difficoltà un’Inter apparsa stanca e distratta. Linee alte, pressing offensivo, fonti di gioco interrotte sul nascere e ripartenze profonde e continue: un piano perfetto che consente alla Roma di salire a 60 punti in classifica e di restare pienamente in corsa per un posto nella prossima Champions League.
L’analisi del primo tempo
Il primo tempo ha visto la Roma sorprendere tutti, presentandosi con un undici iniziale molto offensivo in un 3-5-2 a trazione anteriore. Shomurodov e Dovbyk davanti, Angelino e Soulé larghi sulle fasce, con Cristante e Pellegrini accanto a Koné in mezzo al campo. In difesa, davanti a Svilar, il terzetto formato da Celik, Mancini e Ndicka. L’Inter di Inzaghi, falcidiata dalle assenze di Thuram, Bastoni e Mkhitaryan, ha risposto con un modulo speculare, inserendo Arnautovic, Carlos Augusto e Frattesi accanto ai titolarissimi.
Le scelte di Ranieri hanno rispecchiato la volontà della Roma, scesa in campo in maniera più aggressiva dell’Inter, vincendo molti duelli e avendo la meglio sulle seconde palle. I nerazzurri verticalizzavano molto alla ricerca del duello di Lautaro con Mancini e lavorando sulle rotazioni con esterni, mezzali e braccetti, ma l’aggressività tattica dei giallorossi (come nel caso del gol annullato a Frattesi per fuorigioco) ha neutralizzato gli attacchi dei padroni di casa.
La Roma ha occupato perfettamente il campo, sia in fase di pressione che in fase di copertura. Cristante e Pellegrini scalavano in avanti su Pavard e Carlos Augusto, mentre Shomurodov lavorava su Calhanoglu, togliendo respiro alla manovra bassa dell’Inter. Fondamentale l’opera di Koné in mezzo al campo, sempre rapido nell’intercettare palloni e nel rilanciare l’azione. L’Inter provava ad allargare il campo, costringendo Soulé a rincorrere in fase difensiva, ma non riusciva mai a trovare ritmo. L’infortunio di Pavard dopo pochi minuti ha ulteriormente complicato i piani di Inzaghi.
La Roma ha cominciato a trovare varchi e al 20’ è arrivato il primo squillo: Soulé si è accentrato da destra, ha puntato la difesa nerazzurra e ha servito Koné, che dal limite ha sfiorato l’incrocio dei pali con un destro a giro. Due minuti più tardi, è arrivato il gol. Ancora Soulé, partito da destra, ha tagliato il campo palla al piede, stavolta servendo Pellegrini al limite. Il capitano ha calciato di prima, trovando una doppia deviazione che ha trasformato il suo tiro in un assist perfetto per lo stesso Soulé, il quale, ben appostato, ha infilato Sommer con un destro chirurgico sotto le gambe.
Con il vantaggio in tasca, la Roma non ha pensato di gestire, ma ha continuato a spingere, sfiorando il raddoppio in due occasioni: prima con Cristante, impreciso da ottima posizione dopo un’azione in velocità , poi con Shomurodov, murato da Carlos Augusto a portiere battuto dopo una grande azione corale. L’Inter, nel finale di primo tempo, ha provato a reagire alzando il baricentro e riempiendo l’area di cross, ma la difesa romanista ha retto l’urto, con Mancini e Ndicka impeccabili nel gioco aereo e Celik e Angelino attentissimi sulle seconde palle. Peccato per qualche ripartenza non gestita al meglio da Cristante, che avrebbe potuto chiudere la partita già prima dell’intervallo.
L’analisi del secondo tempo
Nella ripresa, la Roma ha abbassato il baricentro ma non ha rinunciato a offendere. Il piano di Ranieri era chiaro: lasciare l’iniziativa all’Inter, chiudersi bene e ripartire con verticalizzazioni rapide, cercando Dovbyk a ogni pallone recuperato. Già al 54’, un lungo lancio di Svilar ha innescato una transizione due contro uno sprecata da Pellegrini. Poi, tra il 72’ e il 74’, altre due grandi occasioni: prima Soulé ha pescato Pisilli in area, ma il giovane centrocampista ha calciato debolmente fuori; poi Angelino ha guidato un contropiede servendo un cioccolatino per Dovbyk, che però ha esitato e si è fatto recuperare da Acerbi.
Inzaghi ha provato il tutto per tutto buttando nella mischia Dumfries, Correa e Zielinski, alzando il baricentro e passando a un 3-4-1-2 più offensivo. Ranieri ha risposto con intelligenza, ridisegnando la squadra: Ndicka in marcatura fissa su Dumfries, Angelino abbassato nei tre di difesa, El Shaarawy e Rensch a dare freschezza in un 5-4-1 più prudente. Dumfries ha vinto il primo duello aereo con Angelino, mentre Ndicka lo ha contenuto bene, rischiando qualcosa solo nel finale, quando Bisseck ha reclamato un rigore per una trattenuta leggera.
Nei minuti di recupero, la Roma ha addirittura sfiorato il raddoppio con Angelino e Rensch, e alla fine ha conquistato una vittoria meritata, come testimoniano anche i numeri: cinque grandi occasioni create contro una sola subita, 1.93 di Expected Goals contro 1.04 dell’Inter.
Koné padrone del centrocampo, Soulé re delle trasferte
Tra i protagonisti della serata, oltre a Soulé premiato come migliore in campo, va sottolineata la straordinaria prestazione di Manu Koné, autentico dominatore della zona centrale del campo. Il giovane centrocampista ha annullato Barella e Frattesi, con una prova da manuale: 24 passaggi su 24 riusciti, 5 duelli vinti, 2 intercetti, 2 contrasti vinti e un dribbling completato.
Al suo fianco, Cristante ha fatto legna e garantito equilibrio, mentre la difesa ha chiuso ogni spazio agli attaccanti nerazzurri, con Celik, Mancini, Ndicka e Angelino autori di una prova di grande solidità . Ranieri, dal canto suo, ha vinto anche la sfida tattica con Inzaghi, preparando una partita intelligente, coraggiosa e mai speculativa.
Ora viene il bello
La Roma, con questa vittoria, rilancia le sue ambizioni Champions. Restano quattro partite da giocare, due in casa contro Fiorentina e Milan e due trasferte insidiose contro Atalanta e Torino. Serviranno almeno dieci punti per arrivare a quota 70, un obiettivo credibile se i giallorossi manterranno questo spirito. Il sogno continua, e adesso non è più proibito.