Raddrizzare la Roma a novembre sembrava una di quelle imprese che neanche qualcuno con poteri divini poteva materializzare, e non è un caso che, dopo l’esonero di Juric, fuori Trigoria non ci fosse la fila di allenatori con curriculum alla mano, pronti a sgomitare per prendere il timone di un vascello alla deriva. Eppure è bastata una breve telefonata per convincere Claudio Ranieri a tornare, ancora una volta, a sistemare le cose, proprio come un padre farebbe vedendo la sua bambina in difficoltà.
Eppure Sir Claudio aveva tanto da perdere: chi glielo faceva fare di prendere in mano non solo una squadra, ma un intero club disastrato, rischiando di macchiare l’immagine pulita e positiva che l’ambiente giallorosso ha di lui da tempo? Pensieri che non l’hanno minimamente sfiorato, e dopo tre mesi di mandato eccoci qui: dalla zona retrocessione a 2 punti appena dal 6° posto, con l’Europa di nuovo alla portata, oltre ovviamente agli ottavi di finale di Europa League brillantemente conquistati.
Oltre ai risultati di campo, la cosa di cui va più fiero: l’aver ricreato quel rapporto di amore viscerale tra pubblico e squadra, un qualcosa che si era perso nei primi mesi di stagione. L’arma in più di questa Roma è la forza di un gruppo sul pezzo, coeso, con tutti che remano dalla stessa parte. La riprova è l’aneddoto raccontato da Ranieri nel post Monza: “Un ragazzo mi ha detto ‘ci vediamo dopodomani’ perché voleva andare a vedere il padre, gli ho detto ‘no, domani c’è allenamento’. Sono venuti Dybala e Paredes che mi hanno chiesto il favore di concedergli il permesso. Come faccio a dire di no? Quando il gruppo decide io sono contento“.
Da Shomurodov a Soulé e Baldanzi: titolari aggiunti
Un piccolo episodio che riassume perfettamente un concetto ribadito dal tecnico di Testaccio, quello di uno “spogliatoio sano”, in totale simbiosi con il suo allenatore ed in armonia al suo interno. Tutto ciò si riflette in campo, soprattutto nelle prestazioni di quelli che stanno passando dall’etichetta di riserve a titolari aggiunti: vedi un Shomurodov non sta facendo rimpiangere la momentanea assenza di Dovbyk, o l’immagine di Soulé e Baldanzi insieme dal 1′, che ha decisamente fatto godere i tifosi giallorossi al netto di un Monza arrendevole. Solo tre esempi a cui fanno aggiunti anche i nuovi arrivati di gennaio, per una Roma sempre più a immagine e somiglianza di Ranieri.