Un piccolo cerotto per una ferita molto più grande. Questa appare essere per il momento la vittoria della Roma sul Torino, con la speranza che possa essere il preludio ci tanti altri risultati positivi che migliorino la classifica e portino un po’ di sereno in un ambiente allo sbando. Tale situazione non può che essere imputata ai Friedkin, una proprietà assente e che sta dimostrando, giorno dopo giorno, di non aver inteso come gestire un club di calcio, a maggior ragione nella capitale.
In attesa di dirigenti validi, come potrebbe essere Antonio Amendola, che prendano in mano le redini della situazione, ecco rompersi, anche se in piccolissima parte, il muro di silenzio eretto dai magnati americani. Dopo il successo sul Torino, targato Paulo Dybala, il profillo Instagram Friedkin Gruop ha ripostato con una storia il post della vittoria, senza aggiungere commenti o didascalie. Poca roba certo, ma per una proprietà che non dava alcun segno di vita dal comunicato con cui esonerava De Rossi è già manna dal cielo.
Tifosi solo per la maglia
Non sarà di certo questo piccolo gesto a placare l’ira e la delusione di un’Olimpico che non perdona più nessuno, né i Friedkin né i giocatori. Che la proprietà meriti tale trattamento è scontato, posto che mettere i soldi non basta: a Roma manca amore, passione, attaccamento a quei valori che per il popolo giallorosso sono essenza vitale, tant’è che, contro il Torino, i tifosi sono tornati a cantare per la maglia, e solo per quella.
Di più difficile comprensione l’accanimento verso i più rappresentativi della squadra, vedi Pellegrini e Cristante: se il motivo è un attribuzione di colpe circa l’esonero di De Rossi ciò è stato ampiamente smentito, ed anzi il capitano si è espresso in prima persona con la società per rivedere tale decisione a suo tempo. Se c’è dell’altro sarebbe interessante scoprire cosa. Ma tant’è che tali proteste non sono destinate a placarsi, e l’impressione è che serva una striscia di risultati positivi lunghissima per riportare un po’ di sereno sugli spalti dell’Olimpico.