C’è una Roma che guarda avanti, e nel farlo non può prescindere da chi ne incarna da anni l’anima più autentica. Giada Greggi, centro nevralgico della Roma Femminile e volto simbolo di una squadra che ha saputo imporsi in Italia e in Europa, ha parlato al termine di un periodo personale complesso. Il suo presente è azzurro, l’Europeo alle porte. Ma all’orizzonte si intravede un’estate di rivoluzioni in casa giallorossa. E lei, da capitana silenziosa, osserva, vive e sceglie.
L’infortunio, il sacrificio e il sogno azzurro
Non usa mezze misure Giada, neanche quando le domande de Il Messaggero vanno a scavare nei momenti più duri. “Ora sto bene, ma è stata una scalata faticosa“, ammette. Un infortunio arrivato nel momento peggiore, in bilico tra il campo e la paura di restare fuori. “La convocazione per l’Europeo è rimasta a lungo una grande incognita. Ero al limite, lo sapevo. Ma non ho mai mollato”. Il tono è fermo, quasi a voler ribadire un concetto: ciò che ha ottenuto, se lo è guadagnato. “Mi sono allenata ogni giorno, senza concedermi una sola giornata di pausa. Neanche mezza. Ho dato tutto. Volevo dimostrare che meritavo questo traguardo“.
Roma, un futuro da scrivere: “Cambierà tutto, ma io rimango”
Se il presente si tinge d’azzurro, il futuro parla ancora romanista. Anche se con nuove sfumature. “L’impressione – confida – è che ci sarà un profondo rinnovamento. Cambierà molto, e non solo in panchina”. A breve, infatti, sarà ufficializzato l’arrivo di Luca Rossettini, destinato a prendere il posto di Alessandro Spugna. Ma non si tratterà di un semplice avvicendamento tecnico: “Credo che la trasformazione coinvolgerà l’intero spogliatoio, non soltanto l’allenatore. Alcune cose le scoprirò anch’io nel corso dell’estate”.
Nonostante l’aria di mutazione, una certezza resta: Giada Greggi non ha alcuna intenzione di andarsene. “Sì sì, io rimango”, taglia corto, con quella naturalezza tipica di chi ha Roma nel sangue e non ha bisogno di giustificare la propria appartenenza. Anche se la tempesta dovesse spazzare via gran parte del gruppo, lei ci sarà.
La Greggi di oggi, più forte di ieri
Quella che si presenta al raduno della Nazionale è una Greggi maturata. Ferita, forse, ma mai piegata. L’azzurro è un premio, ma anche una nuova sfida. La Roma, invece, sarà un cantiere da ricostruire. E in un’estate di incognite, lei rappresenta una delle poche colonne su cui il nuovo progetto potrà poggiarsi. Con la stessa determinazione con cui ha scalato la salita più ripida della sua carriera, ora è pronta a guidare – ancora una volta – il cambiamento.