In un momento decisamente complicato dal punto di vista sportivo, la Roma, che domani affronterà il Torino, si è ritrovata indirettamente al centro di un’inchiesta riguardante i dossieraggi illegali e informazione riservate visti i possibili accordi con Equalize, società che si trova proprio al centro dell’indagine portata avanti dalla Procura di Milano. Dopo le accuse ricevute, come riportato dal Corriere dello Sport, alcune fonti giallorosse hanno chiarito la posizione della società giallorossa, che sarebbe estranea alle accuse.
Questo quanto riportato: “L’AS Roma non ha mai collaborato né commissionato alcun lavoro alla società Equalize, menzionata negli articoli. Riteniamo importante precisare che l’eventuale utilizzo di tali servizi di bonifica non rappresenta in alcun modo una condotta impropria, ma costituisce una prassi comune per molte grandi aziende che gestiscono dati e informazioni sensibili. AS Roma conferma il proprio impegno nel mantenere sempre i più elevati standard di trasparenza e sicurezza”.
La ricostruzione dei fatti
L’inchiesta sarebbe arrivata quindi a coinvolgere anche la Roma, spiata ma estranea all’indagine. Stando a quanto riportato da La Repubblica, i Friedkin avrebbero chiesto aiuto agli hacker di Equalize per bonificare gli uffici della sede a Trigoria. Il tutto sarebbe legato ad una intercettazione telefonica tra l’ex poliziotto Carmine Gallo, attualmente agli arresti domiciliari, e Enrico Pazzali, titolare di Equalize.
Questa richiesta di bonifica sarebbe partita da Angelo Ruocco, allora dirigente con la delega alla sicurezza della Roma, che avrebbe incontrato proprio Gallo. I due sarebbero stati messi in contatto da Giuseppe Calabrese, amministratore della Secursat, società di cybersecurity. Questa l’intercettazione in causa: “Ho incontrato il security manager della Roma. Mi ha chiesto di alcune bonifiche da fare sia a Trigoria sia negli uffici della Roma. Un lavoro semplice, da tremila euro. Di margine è poco, però è giusto per entrare per lo mento a far parte”.
La paura dei Friedkin sarebbe derivata dal fatto che una precedente opera di bonifica non fosse andata nel migliore dei modi, chiedendo dunque un ulteriore aiuto. Un’operazione per la quale all’inizio sia Gallo che Pazzali sarebbero stati contrari, prima di accettare. La Roma ha quindi voluto prendere le distanze da tutte queste accuse, in attesa di possibili nuovi sviluppi.