Lo aveva detto Ranieri che senza più l’Europa ci sarebbe stato meno turnover, e in queste settimane il tecnico sembra aver trovato una nuova quadra efficace. È una Roma che è mutata nel tempo, guidata da un allenatore che non ha avuto l’arroganza di fossilizzarsi su interpreti che comunque gli stavano dando delle risposte, sempre nel nome del “gioca chi sta meglio”. Immaginare una squadra titolare senza Hummels, Paredes e Dybala era oggettivamente difficile, e invece eccoci qua, con soprattutto i cambiamenti a centrocampo a dover sorpreso.
Partiamo da un’intuizione avuta il 26 gennaio nella vittoria contro l’Udinese e riproposta brillantemente contro Inter e Fiorentina, ovvero quella di un Manu Koné regista a tipico ma estremamente efficace. Il francese era comunque sempre stato un punto di riferimento, uno dei migliori della Roma, ma in queste ultime due partite tale ruolo, coperto anche con la Francia nell’1-3 rifilato all’Italia a San Siro, ne ha esaltato le caratteristiche, garantendo un buon giro palla e soprattutto una copertura nel mezzo totale, una vera e propria diga a centrocampo insieme a Cristante.
E proprio Bryan è la seconda nota lieta della mediana, un giocatore tirato fuori dall’oblio da Ranieri. Contro l’Inter una partita totale difensivamente parlando, oltre al fatto che, con un Koné così in copertura, si è sentito molto più libero di sganciarsi in avanti, creandosi anche una grande chance da gol. Immaginarlo nuovamente una certezza di questa Roma era oggettivamente impensabile, ma se tutti gli allenatori passati per la capitale non ci hanno mai rinunciato un motivo ci sarà. Di fronte a tale situazione c’è chi però, inevitabilmente, ne sta pagando le conseguenze.
Gourna-Douath in crescita, Paredes e Pisilli accantonati
Sì perché le gerarchie del centrocampo giallorosso sono mutate di continuo quest’anno. Qualche sorriso lo ha ritrovato anche Pellegrini, un po’ più libero con Koné e Cristante a coprirgli le spalle, mentre il grande assente dell’ultimo periodo è Paredes: 3 panchine di fila, 4 nelle ultime 6 e 64 minuti accumulati nelle altre due con Juventus e Lazio, il tutto per pura scelta tecnica e non per eventuali clausole legate alle presenze come insinuato negli scorsi giorni. Un giocatore non più imprescindibile, cosa che ha alimentato nuove voci di mercato sul suo conto.
Fa specie anche come, dal rinnovo da 2 milioni, anche Niccolò Pisilli sia sceso in maniera importante nelle preferenze dell’allenatore: in campionato l’ultima da titolare è datata 24 febbraio (4-0 al Monza), poi da lì 4 panchine nelle successive 6 (e 21′ nelle due in cui ha giocato), fino agli ingressi a gara in corso delle ultime 3. Un po’ di minutaggio lo sta riacquisendo, ma anche l’ascesa di Gourna-Douath rischia di toglierli spazio in questo finale di stagione. Poco male però se arrivano i risultati, per una Roma che tra un centrocampo così, una coppia d’attacco che funziona, ed un Soulé da quinto sta letteralmente volando.