Una trasferta amara per Nicola Zalewski, che ha visto la sua Polonia subire una pesante sconfitta per 5-1 contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. L’esterno della Roma, schierato titolare dal ct Michal Probierz, è rimasto in campo per tutta la durata del match all’Estadio do Dragao, ma non è riuscito a evitare il tracollo della sua squadra.
Il Portogallo ha dominato la gara, dimostrando tutta la sua superiorità con una prestazione offensiva straripante: Leao ha sbloccato la gara con un super gol, poi sono arrivate le reti di Bruno Fernades, Pedro Neto e la doppietta di Cristiano Ronaldo.
Polonia eliminata dalla Nations League
La sconfitta non solo ha inflitto un duro colpo alla morale della squadra polacca, ma ha anche compromesso la situazione nel girone di Nations League. Infatti, il ko è costato alla Polonia il terzo posto nel girone, superata da Portogallo e Croazia; quest’ultime due selezioni voleranno direttamente ai quarti di finale della competizione, mentre alla formazione di Michal Probierz basterà un punto nell’ultima partita contro la Scozia per non retrocedere nei gruppi B.
Emozione Zalewski con CR7
Nonostante la delusione per la sconfitta, Nicola Zalewski ha avuto modo di vivere un momento speciale. Al termine della partita, il romanista e Piotr Zielinski, ex centrocampista del Napoli ora all’Inter, hanno chiesto a Cristiano Ronaldo una foto ricordo. CR7, che da quando ha lasciato l’Europa per l’Al-Nassr in Arabia Saudita è meno accessibile per i calciatori europei, si è dimostrato disponibile e sorridente, accontentando i due giocatori polacchi.
La stagione di Zalewski
Zalewski è uno dei protagonisti in negativo della stagione della Roma. Dal ritiro della Polonia, l’esterno ha parlato della situazione in casa giallorossa: “Di certo non è piacevole essere fischiato dai tifosi del club che amo, ma se i risultati della squadra sono scarsi è difficile pretendere che i tifosi siano soddisfatti. Mourinho? Mi è stato davvero di supporto ed è stato molto importante per la mia carriera. Mi ha permesso di giocare in prima squadra, ma potevo contare su di lui non solo per il calcio: mi è stato vicino quando è morto mio padre. Ogni volta che ne avrà l’opportunità, lo ringrazierò volentieri. Vorrei che tutti gli allenatori avessero la sua personalità“.