Torino-Roma è stata la partita delle ultime volte. L’ultima panchina della carriera di Claudio Ranieri, l’ultima da calciatore per Mats Hummels e, probabilmente, l’ultima con la maglia giallorossa per diversi protagonisti di questa stagione. All’Olimpico Grande Torino, nell’ultima giornata di campionato, la Roma si è imposta con un netto 2-0, firmato da Leandro Paredes su rigore e Alexis Saelemaekers, chiudendo così la Serie A al quinto posto.
Un piazzamento buono, ma solo per l’Europa League. Eppure, per 36 minuti – 18 nel primo tempo e altrettanti nella ripresa – l’ipotesi Champions League è sembrata realizzabile, grazie al momentaneo mancato vantaggio della Juventus a Venezia. Dal ritorno in panchina di Sir Claudio, la Roma ha collezionato 56 punti in campionato, con un ruolino di 17 vittorie, 5 pareggi e appena 4 sconfitte. Ancora più significativo il dato dell’anno solare: prima in classifica con 49 punti in 20 giornate. Numeri che fanno riflettere.
L’analisi del primo tempo
Ranieri aveva confermato l’undici titolare visto contro il Milan, ma lo aveva ridisegnato in un 4-3-3 offensivo, con Shomurodov riferimento centrale, Soulé a destra e Saelemaekers a sinistra. Dietro, Celik e Angelino agivano da terzini di spinta, con Mancini e Ndicka centrali. In mezzo, Cristante e Koné mezzali a supporto del regista Paredes. Vanoli aveva optato per un 4-2-3-1 con Ricci e Casadei in mediana e un trio di trequartisti – Lazaro, Vlasic, Elmas – alle spalle di Adams.
Soulé e Saelemaekers hanno giocato stretti accanto a Shomurodov, liberando le corsie laterali per le continue sovrapposizioni dei terzini. La Roma aveva subito alzato la pressione, con Celik, Cristante e Soulé che, sulla destra, avevano costruito una catena offensiva dominante. Vanoli, dal canto suo, aveva impostato un baricentro molto basso, nel tentativo di non offrire profondità.
Ricci seguiva Koné e Casadei marcava Cristante, ma la mobilità del centrocampista francese aveva presto spezzato l’equilibrio: abbassandosi e muovendosi fra le linee, Koné aveva creato spazi centrali dove Paredes riusciva a imbucare per gli attaccanti. Il primo squillo è arrivato dopo meno di sessanta secondi: Shomurodov, servito in profondità da Angelino, ha calciato sull’esterno del palo. Poi Paredes (7’) aveva provato dalla distanza e Soulé (10’) aveva cercato il palo lontano con un sinistro a giro.
Al 15’, Saelemaekers, in percussione sull’out sinistro, è stato steso ingenuamente da Dembelé: calcio di rigore netto. Paredes, dal dischetto, ha superato Milinkovic-Savic (che aveva intuito la direzione del tiro) con un destro potente e angolato. Dopo il gol, però, la Roma aveva di nuovo abbassato il baricentro. Al 21’, un errore in disimpegno di Soulé aveva regalato a Ricci un’occasione calciata alta. Al 23’, una splendida apertura di Cristante per Celik aveva innescato l’inserimento di Koné, il cui tiro è stato deviato in corner da Biraghi.
L’analisi del secondo tempo
Nella ripresa, la Roma ha avuto il merito di chiudere subito i conti, con la speranza di ricevere notizie positive dagli altri campo. Soulé ha continuato a ispirare il gioco offensivo: al 48’ ha servito Paredes per un diagonale fuori misura, al 52’ ha disegnato un cross perfetto per Saelemaekers, che, sfuggito alla marcatura di Dembelé e Lazaro, ha insaccato di testa il 2-0.
Il raddoppio ha poi sciolto ogni tensione. La Roma, libera da ansie, ha cominciato a giocare in scioltezza. Soulé ha ancora impegnato Milinkovic-Savic al 57’, mentre al 65′ ha scheggiato la traversa con un gran sinistro al giro. Poi Cristante e Angelino hanno sfiorato il tris nel finale, entrambi fermati da un ottimo intervento del portiere granata. All’87’, il tris era arrivato con una splendida azione costruita da Koné, rifinita da Angelino e conclusa da Cristante con un destro sotto l’incrocio. Ma la gioia è durata poco, con il VAR che ha annullato tutto per offside del terzino spagnolo.
Nel recupero c’era stato spazio anche per i giovani: dentro Rensch, Pisilli, Baldanzi e soprattutto Hummels, all’ultima passerella della carriera. Un momento toccante, celebrato dai compagni e dal pubblico.
Soulé protagonista, Svilar miglior portiere del campionato
La Roma ha fatto il proprio dovere, chiudendo la stagione con dignità e qualche rimpianto. Il grande protagonista di questo finale è stato senza dubbio Matías Soulé: dopo l’infortunio di Dybala, si è preso la squadra sulle spalle con 2 gol e 4 assist nelle ultime sette partite (solo contro la Fiorentina non è entrato nel tabellino). Anche a Torino è stato decisivo, servendo l’assist del 2-0. Dopo le numerose difficoltà riscontrate all’inizio della stagione, l’attaccante argentino ha messo in mostra il suo talento e ha spazzato via ogni dubbio sulle sue qualità.
Ottima prova anche per Saelemaekers, autore del settimo gol stagionale (più 7 assist), oltre al rigore procurato in occasione dell’1-0. L’esterno belga si è rivelato una risorsa preziosa nell’arco della stagione e adesso la Roma dovrà ora valutare il riscatto dal Milan.
In difesa, Mancini e Ndicka sono stati impeccabili, mentre Svilar ha chiuso con 16 clean sheet, al pari di Meret, e si è guadagnato il premio di miglior portiere del campionato. La speranza è che nelle prossime settimane arrivi il tanto atteso rinnovo.
Infine, chissà se il 4-3-3 visto a Torino sarà un segnale in vista della prossima stagione e della scelta sul nuovo allenatore. Le sensazioni sono positive: scambi rapidi, ampiezza, pressing alto. Una base da cui ripartire.
Testa al futuro
Se c’è qualcuno che esce da questa stagione a testa altissima, è Claudio Ranieri. Nessun altro, al suo posto, avrebbe potuto rialzare la Roma dopo il doppio esonero di De Rossi e Juric. Il tecnico di Testaccio lascia una squadra viva, compatta, solida. Un’eredità importante. Ora la palla passa ai Friedkin, attesi alla scelta più delicata: individuare il nuovo allenatore, con la consapevolezza che questa Roma non ha bisogno di rivoluzioni. Ha bisogno solo della guida giusta.