Quando una partita lascia il segno, non sempre è per i motivi sperati. La Lazio, reduce da giorni di sorrisi e battute sulla sconfitta della Roma contro il Como, si è trovata di fronte un avversario implacabile. L’Inter è scesa all’Olimpico con l’intenzione di ribadire la propria forza e lo ha fatto con una prestazione che, per i padroni di casa, si è trasformata in un vero e proprio incubo: 0-6.
Non è solo una sconfitta, è un risultato che pesa come un macigno su una squadra che sognava, o forse ancora sogna, di alzare l’asticella delle proprie ambizioni.
Un primo tempo che illude
La partita si era aperta con un certo equilibrio, almeno in apparenza. La Lazio sembrava poter tenere testa ai nerazzurri, difendendo con ordine e cercando di costruire gioco. Lo 0-2 che ha chiuso il primo tempo, però, iniziava già a raccontare una storia diversa: quella di una squadra, l’Inter, padrona del campo e capace di colpire con precisione chirurgica.
La Lazio, invece, sembrava spaesata, incapace di trovare le contromisure a un avversario che non concedeva nulla.
Una ripresa da dimenticare
Se il primo tempo aveva lasciato qualche speranza di rimonta, la ripresa è stata un monologo nerazzurro. La Lazio è progressivamente crollata, lasciando spazio a un’Inter devastante, che ha infilato altri quattro gol, uno più pesante dell’altro.
Il pubblico dell’Olimpico, che aveva iniziato la serata con entusiasmo, si è ritrovato ammutolito, quasi incredulo di fronte a un risultato così severo. Un colpo durissimo per una squadra che, solo poche ore prima, si era fatta portavoce di sfottò calcistici verso i rivali cittadini.
Se la Lazio sperava di dimostrare di poter competere ai livelli più alti, la partita contro l’Inter ha invece sottolineato quanto sia ancora lunga la strada da percorrere. La sconfitta, certo, non cancella quanto di buono fatto finora, ma impone una riflessione profonda sulla reale consistenza della squadra nei momenti cruciali della stagione.
Lo 0-6, oltre al peso sportivo, assume anche una valenza simbolica. Arrivato all’indomani di ironie rivolte alla Roma, il risultato sembra quasi una risposta indiretta a chi pensava di poter salire sul trono della capitale calcistica. La strada per quel trono, evidentemente, è ancora molto accidentata.