In un calcio sempre più segnato da pressioni, tensioni e polemiche, ogni tanto spunta un gesto che riesce a restituire un po’ di umanità al gioco. In occasione del derby della Capitale di domenica 13 aprile, Roma e Lazio hanno deciso di unire le forze al di là della rivalità sportiva per lanciare un messaggio chiaro e forte: la violenza non ha spazio nel calcio.
Protagonista dell’iniziativa è Diego Alfonzetti, giovane arbitro siciliano che nelle scorse settimane è stato vittima di una vile aggressione durante una partita del settore giovanile. Le immagini e i racconti dell’episodio hanno fatto rapidamente il giro del Paese, suscitando indignazione e richiamando l’attenzione sull’importanza del rispetto verso la classe arbitrale, troppo spesso bersaglio di insulti, pressioni e – come in questo caso – vere e proprie violenze fisiche.
Un messaggio simbolico ma potente
Roma e Lazio hanno dunque invitato Alfonzetti allo stadio Olimpico per assistere dal vivo al derby. Non un semplice invito, ma un gesto simbolico, condiviso da entrambi i club, che – come recita il comunicato ufficiale – serve a “ribadire la solidarietà all’intero sistema arbitrale” e a “stigmatizzare ogni forma di violenza, anche solo verbale, nei confronti degli ufficiali di gara”.
L’arbitro siciliano sarà quindi sugli spalti dell’Olimpico domenica sera, in una delle partite più sentite e calde dell’intero calendario calcistico italiano, ma stavolta protagonista di una serata che vuole unire, non dividere.
Il derby e la posta in palio
La cornice di questa iniziativa non è certo una gara qualsiasi. Il derby di Roma, oltre ad avere un peso storico e simbolico enorme, rappresenta anche uno snodo cruciale nella corsa europea.
La Lazio arriva alla stracittadina con 55 punti, al sesto posto, mentre la Roma è subito dietro a quota 53, in settima posizione. Con poche giornate ancora da giocare e il sogno Champions League che ancora aleggia per entrambe, la partita può trasformarsi in un crocevia fondamentale.