Ci sono giocatori che rivestono un ruolo di primaria importanza in spogliatoio, anche se non materialmente chiamati in campo. Esempio emblematico di tale assunto è quello di Bogdan Lobont, un nome che non ha di certo bisogno di presentazioni nella capitale. Una vera e propria bandiera della Roma, che lo ha visto vestire la casacca giallorossa dal 2009 al 2018. 9 anni in cui il portiere rumeno ha collezionato appena 28 presenze ufficiali, l’ultima delle quali decisamente da dimenticare: quel 26 maggio 2013, contro la Lazio in finale di Coppa Italia, alla quale non seguiranno più partite da professionista per lui.
Eppure a Roma ci rimarrà altri 5 anni, abbracciando Totti al suo addio e continuando a fare da chioccia a giovani e nuovi arrivati. Come nel caso dei consigli a Momo Salah, come raccontato dallo stesso Lobont: “Ero seduto con Salah dopo l’allenamento e gli ho chiesto perché non analizzasse i portieri su Wyscout. Mi ha chiesto se servisse un analista specializzato, ma gli ho detto che poteva farlo da solo gratuitamente avendo già l’account. Gli ho insegnato a osservare i portieri, a prestare attenzione ai loro errori. Mi son seduto con lui per due settimane dopo gli allenamenti”. Ma ora che fine ha fatto il rumeno?
La carriera da allenatore
Decisamente preziose le parole rivolte a Salah dal portierone, visto che da lì in poi i numeri in termini di gol aumenteranno a dismisura ed arriverà la chiamata del Liverpool. Consigli che Lobont vuole continuare a dare, ma in qualità di tecnico: un anno e mezzo fa ha conseguito a Coverciano la licenza UEFA Pro, il massimo livello formativo per un allenatore, e qualche esperienza l’ha già messa a referto.
Dopo aver fatto da vice nella Nazionale maggiore, gli era stata affidata la Romania U20 per un anno, prima di passare al Rapid Bucarest prima da preparatore dei portieri, poi da allenatore ad interim per poco più di un mesetto e poi da vice. Ora Lobont è svincolato e attende una nuova avventura stimolante, e chissà che, nell’ottica di ricreare una società che abbia un’anima ed un attaccamento alla Roma più forte, non possa essere chiamato da Ranieri, che lo ha allenato, proprio in quella che per 9 anni è stata casa sua.
