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Lettura: “Se fosse arrivato prima Ranieri, la Roma sarebbe già in Champions”. Massimo De Luca accende il finale di stagione giallorosso
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Testata Giornalistica Aut. Trib. Roma n° 198/18 del 06/12/2018

Direttore Responsabile: Emanuele De Scisciolo

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Ranieri, allenatore Roma
Ranieri allenatore Roma
SololaRoma.it > News > Serie A > “Se fosse arrivato prima Ranieri, la Roma sarebbe già in Champions”. Massimo De Luca accende il finale di stagione giallorosso
Serie A

“Se fosse arrivato prima Ranieri, la Roma sarebbe già in Champions”. Massimo De Luca accende il finale di stagione giallorosso

Il Direttore Massimo De Luca, celebre firma del giornalismo sportivo italiano, nonché storico conduttore di fortunate trasmissioni televisive come "L'appello del martedì", "Pressing Champions League" e la "Domenica Sportiva", ha rilasciato un'intervista alla nostra redazione parlando di Atalanta-Roma, del prossimo tecnico che dovrà sostituire Claudio Ranieri e della preoccupante situazione stadi in Italia.

Redazione Solo la Roma
Redazione Solo la Roma
8 Maggio 2025 | 16:15
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14 min di lettura

Nel calcio, come nella vita d’altronde, arrivano dei momenti in cui si è chiamati ad affrontare prove di estrema difficoltà. Lo sa bene la Roma di Claudio Ranieri che, a tre giornate dal termine di questa avvincente Serie A 2024-2025, si ritrova nelle zone nobili della classifica a lottare per un posto alla prossima edizione della Uefa Champions League, quella massima competizione europea che in casa giallorossa manca da troppi anni. Per arrivare al traguardo prima di Juventus, Lazio e Bologna, le avversarie con cui la Roma si sta giocando la qualificazione punto dopo punto, i giallorossi devono superare l’ennesimo ostacolo proibitivo della stagione: l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.

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La sfida di Bergamo illuminata dalla statisticaUna rosa che può far stare…AllegriUna vergogna tutta italianaLo Sport come antidoto alla guerra
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Ma uscire vittoriosi da Bergamo è un’impresa che riesce a poche squadre in Europa. Per provare a capire a quale tipo di partita andranno incontro gli uomini di Ranieri e, soprattutto, quale sarà il loro destino dopo che l’allenatore testaccino avrà lasciato, la nostra redazione ha contattato il Direttore Massimo De Luca, celebre e prestigioso volto del giornalismo sportivo italiano.

Direttore Massimo de Luca
Direttore Massimo De Luca

La sfida di Bergamo illuminata dalla statistica

La statistica. Disciplina fondamentale per studiare un fenomeno attraverso la raccolta e l’elaborazione di dati. Quando presente e futuro sono avvolti da una fitta nebbia, eccola che ci giunge in aiuto pronta a far luce e a diradare i nostri assillanti dubbi. Ne è convinto il Direttore Massimo De Luca, il quale, analizzando sulla carta il prossimo match tra Atalanta e Roma, sostiene che “la statistica è preoccupante, perché la splendida serie di 19 risultati utili consecutivi della squadra di Ranieri può finire da un momento all’altro. E c’è un’altra statistica che, secondo logica, potrebbe finire a breve ed è il numero delle mancate vittorie casalinghe dell’Atalanta. La squadra bergamasca fa fatica in casa da un paio di mesi, infatti la maggior parte delle vittorie sono arrivate fuori casa. Mettendo insieme questi dati si può pensare che possa essere proprio questa la partita in cui questi noveri finiscano.“

E i dati degli ultimi scontri diretti tra Atalanta e Roma parlano chiaro: solo due successi per i giallorossi dal 2018 ad oggi, uno in casa e uno in trasferta, quando sulla panchina romanista sedeva lo Special One Josè Mourinho, allenatore che fa della fase difensiva uno dei pilastri del suo credo calcistico. Quella stessa fase difensiva che oggi in casa Roma è tornata ad essere un fattore fondamentale per il rilancio della squadra di Ranieri, arrivata al 15esimo clean sheet della stagione. Non poco per chi si trovava a soli tre punti dalla zona retrocessione a Novembre scorso. Dello stesso avviso è il Direttore De Luca, il quale sostiene che “questo nuovo atteggiamento della Roma che le ha consentito di diventare la miglior difesa del campionato negli ultimi mesi, potrebbe essere la chiave giusta per arginare una squadra come l’Atalanta che è una forza della natura. Se poi la Roma saprà sfruttare anche le ripartenze, potrebbe venire fuori una vittoria pesantissima“.

Una vittoria che potrebbe voler dire Champions League quasi sicura a due giornate dalla fine. Ma se questo non dovesse verificarsi e la Roma dovesse inciampare proprio a Bergamo, per il Direttore non sarebbe di certo un evento da condannare, perché “quando si fanno 19 risultati utili consecutivi non ci sono ne accuse ne recriminazioni, sappiamo da cosa sia stata segnata la stagione della Roma. Se fosse arrivato subito Ranieri la Roma avrebbe quei punti in più che garantirebbero la qualificazione in Champions League“. Bisognerà attendere la sfida di Bergamo di lunedì sera, quindi, per intravedere il futuro della Roma e capire quale sarà il destino riservato ai giallorossi.

Una rosa che può far stare…Allegri

Che Claudio Ranieri abbia compiuto un miracolo sportivo nella sua terza esperienza in giallorosso, rivitalizzando una squadra che sembrava ormai diretta sulla via dello smarrimento, è un dato di fatto incontrovertibile. Al suo arrivo a Roma, infatti, lo scetticismo aleggiava pesantemente intorno ad una rosa che sembrava male assortita e non in grado di raggiungere obiettivi prestigiosi. Eppure, contro ogni pronostico, il credo del tecnico romano, basato sul duro e continuo lavoro, ha dato i frutti sperati non solo per i punti ottenuti in classifica, ma anche, e forse soprattutto, per il recupero totale di giocatori che sembravano destinati all’oblio.

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri

Lo sostiene convintamente il Direttore De Luca affermando che “Ranieri ha rivitalizzato giocatori che stavano deludendo e che sono rinati come Celik, reinventato nel ruolo di terzo difensore di centro destra, e Soulè, un talento importante per il futuro della Roma. Anche Shomurodov si è dimostrato utile, sacrificandosi per la squadra e segnando qualche gol importante.” Non c’è dubbio che un altro protagonista discusso in questi primi mesi di permanenza romana sia il centravanti ucraino Artem Dovbyk, saggiamente difeso dal Direttore che ci ricorda come “il bottino di Dovbyk è accettabile se consideriamo che durante il primo anno in Serie A è difficile per tutti adattarsi. Non possiamo poi dimenticarci che è un giovane ucraino che ha la famiglia in patria e sappiamo bene quanto sia incerto ogni giorno vivere da quelle parti. Dovbyk merita fiducia e lo confermerei anche per la prossima stagione. Speriamo che possa incrementare il suo bottino nelle prossime tre giornate segnando altri gol pesanti“.

E proprio in vista della prossima stagione le scelte di mercato che verranno prese da Ranieri, Senior Advisor da Giugno, e da Florent Ghisolfi, saranno determinanti per far tornare la Roma ai vertici del nostro campionato. Il Direttore, ancora una volta, ha le idee chiare sulla rosa giallorossa: “Bisogna capire il destino di molti calciatori. Ho l’impressione che Paredes potrebbe tornare in Argentina. In difesa è assolutamente necessario un rinforzo di peso, mentre per il reparto offensivo servirebbe un terzo attaccante, agile e tecnico, perché le stagioni, con i campionati a venti squadre e le partite delle coppe che aumentano sempre di più, sono diventate molto logoranti. A preoccuparmi è invece la situazione di Saelemaekers, un giocatore di grande importanza che ha segnato la prima parte della rinascita della squadra di Ranieri. Mi auguro che la Roma lo prenda e lo utilizzi al meglio. Di certo – continua scherzando il Direttore, strappandoci un sorriso – la Roma non ha bisogno di un portiere.”

Di un nuovo numero Uno in porta i giallorossi non ne hanno davvero bisogno, ma di un numero Uno in panchina assolutamente si. E allora, di fronte ad un maestro del giornalismo sportivo italiano, non possiamo non cogliere l’occasione di domandare al Direttore quale profilo di allenatore ritenga più opportuno per una piazza difficile come quella di Roma. La risposta non lascia spazio ad equivoci: “Un giovane in rampa di lancio potrebbe giovarsi del supporto leale e corretto di Claudio Ranieri, che diventerebbe una risorsa. Ma se dovessi scegliere io, sceglierei un profilo esperto, come lo è stato Ranieri che ha tirato fuori la squadra dalle sabbie mobili per poi proiettarla verso la Champions, impensabile fino a Novembre scorso. Oltretutto questa serie di risultati positivi, basata soprattutto sulla tenuta difensiva, mi sembra portare al nome di un allenatore che teorizza il corto muso: Massimiliano Allegri. Quel corto, cortissimo muso, che la Roma sta portando avanti da mesi ormai.“

La rosa giallorossa, ad oggi già competitiva come abbiamo evinto da questa gradevole conversazione, ha fatto proprio un gioco concreto ed efficace, basato sulla solidità difensiva e sulla semplice, ma non banale, filosofia che basta anche un solo gol per vincere le partite. Tutti indizi che portano in direzione dell’ex tecnico di Milan e Juventus.

Una vergogna tutta italiana

Da decenni nell’Italia del pallone si discute in maniera concitata, ma purtroppo sterile, della situazione stadi. Non considerando per un momento le rare eccezioni dell’Allianz Stadium di Torino e del Gewiss Stadium di Bergamo, gli ultimi significativi lavori di ammodernamento degli impianti sportivi risalgono ai Mondiali di Italia ’90. Sono trascorsi ben trentacinque anni. Mentre nel resto d’Europa è prassi consolidata, anche per le società medio-piccole, possedere una struttura di proprietà per aumentare prestigio e fatturato, in Italia la situazione è decisamente diversa e il Bel Paese, in tal senso, si dimostra fanalino di coda del continente.

A bacchettare il calcio italiano ci ha pensato direttamente il Presidente Uefa Aleksander Ceferin che ai microfoni di Sport Mediaset si è espresso con assoluta fermezza: “Penso che le infrastrutture calcistiche italiane siano una vergogna. Siete uno dei paesi calcistici più grandi, avete vinto molti Mondiali, Europei e Champions League. E allo stesso tempo, tra i grandi paesi avete di gran lunga le peggiori infrastrutture. Spero che l’Italia faccia qualcosa“. Parole durissime che fanno da eco a quelle di Claudio Ranieri pronunciate durante la conferenza stampa prima della partita contro la Fiorentina: “Se vuoi competere con grandi squadre serve lo stadio di proprietà, ma anche per decoro del calcio italiano. In Europa vediamo stadi che sono gioielli, tutti nel mondo stanno riammodernando gli stadi, gli unici che lo fanno lentamente siamo noi, c’è troppa burocrazia.“

Dello stesso avviso il Direttore Massimo De Luca che concorda con il presidente Ceferin: “Le parole del presidente sono state dure, ma corrispondono alla verità. La situazione degli stadi in Italia è uno scandalo che sprofonda tra le pastoie burocratiche. Questo è un discorso che non riguarda solo la Roma, l’Inter o il Milan, ma tutta l’Italia. Costruire uno stadio qui da noi è un’impresa ciclopica e questo scoraggia gli investitori stranieri.” E noi non possiamo che sottoscrivere ogni singola parola del Direttore, sperando che quelle pastoie burocratiche nelle quali si continua ad impantanare il nostro paese, possano risolversi al più presto.

Lo Sport come antidoto alla guerra

Prima di congedare calorosamente il Direttore Massimo De Luca, approfittiamo della sua squisita cortesia per fargli un’ultima domanda che riguarda il fortunato spettacolo teatrale, da lui stesso ideato e interpretato, denominato “Posso battere Kennedy a Golf”, titolo che riprende una celebre frase pronunciata da Fidel Castro con chiaro riferimento al Presidente americano John Fitzgerald Kennedy. Il racconto portato in scena ci dimostra come sport ed eventi politici, storici e sociali siano strettamente connessi tra di loro. “Questo monologo – ci spiega il Direttore De Luca – nasce con l’esigenza di spiegare e raccontare come le vicende politiche condizionino gli eventi sportivi e come le tensioni internazionali si riflettano all’interno dello sport. Nel monologo sono tanti gli episodi raccontati che si sono susseguiti nella storia, dal calcio al tennis, dal pugilato al golf, fino alla pallanuoto. Tutti sport che si sono incontrati con il fascismo, il nazismo, il comunismo. Questo lavoro continua ad avere una fresca attualità, perché le vicende contemporanee ci insegnano che tenere separati questi due mondi, sport e politica, è davvero difficile.”

Uno spettacolo, quello del Direttore De Luca, innovativo e più attuale che mai, che non solo ci ricorda come le manifestazioni sportive vengano continuamente intaccate da dinamiche politiche e sociali, ma ci esorta anche a riflettere su come lo sport possa e debba diventare, grazie ai suoi valori fondanti, uno degli antidoti alla guerra e ai conflitti che, da troppi anni ormai, straziano il nostro pianeta.

di Marco Di Rosa

SI PARLA DI:DovbykHummelsShomurodovSouleSvilar
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