A quattro giornate dal termine della Serie A, la Roma è pienamente in corsa per un posto in Champions League. Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, considerando che a novembre i giallorossi navigavano in piena zona retrocessione. Ora, dopo una straordinaria rimonta, la squadra allenata da Claudio Ranieri è tornata a respirare l’aria dell’Europa che conta. Abbiamo analizzato questa incredibile cavalcata con Massimo Paganin, ex difensore di Inter, Bologna e Atalanta, oggi allenatore in seconda della nazionale lettone.
Paganin: “Il successo della Roma porta la firma di Ranieri”
La vittoria sull’Inter è il 18esimo risultato utile consecutivo in campionato, un dato straordinario se si considera l’inizio di stagione della Roma. Straordinario è stato anche il ruolo di Ranieri in questa rinascita. Per Paganin, il successo della Roma porta soprattutto la sua firma: “Ovviamente il fattore numero uno è lui come persona. Con l’esperienza che non si compra, ma che matura nell’arco degli anni. Con il Leicester aveva fatto qualcosa di incredibile e anche con la Roma ci sta riuscendo. Credo, al di là di tutto, che la sua capacità migliore sia quella di leggere bene la situazione dell’ambiente, di capire i giocatori e di fare in modo da creare un gruppo. Ha creato una squadra con un’identità precisa. Senza fare troppe cose, ha messo i giocatori al loro posto e ha fatto in modo che, in quella posizione, rendessero. Chi c’era prima non è riuscito a trovare questa alchimia. Ranieri ha fatto in modo di farsi carico delle responsabilità ed è riuscito a coinvolgere di nuovo i giocatori nel progetto. Cose semplici, ma allo stesso tempo molto complesse se andiamo a vedere la difficoltà di lavorare in un ambiente come quello di Roma”. Ranieri ha quindi saputo ridare identità a un gruppo in balia degli eventi, riuscendo a valorizzare ogni singolo giocatore. Un risultato non scontato, specie in un’ambiente complesso come quello romano.
Paganin su Soulé: “Investito di una responsabilità importante”
Un altro dato da tenere in considerazione è la crescita esponenziale di alcuni giocatori. Su tutti, Matias Soulé. Ranieri ha più volte sottolineato quanto l’argentino sia pericoloso quando punta l’uomo in velocità. Con Dybala ai box, il giocatore ha alzato il livello del suo gioco e della sua incisività sotto porta. Secondo l’ex difensore della Serie A, è soprattutto merito della gestione della rosa da parte del tecnico: “L’assenza di Dybala ha fatto in modo che le responsabilità fossero suddivise. Mi viene in mente il PSG, ad esempio: è andato via Mbappé, e la squadra è arrivata in semifinale, ha vinto il campionato e forse andrà in finale. I giocatori, quando manca un leader, si dividono i compiti e crescono. Soulé si è sentito incaricato, investito di una responsabilità importante, ed è stato molto bravo Ranieri a dargliela un po’ alla volta. Non gli ha caricato subito tutto sulle spalle. Il rendimento è salito in maniera esponenziale a mano a mano che i risultati arrivavano. Mi vengono in mente anche Pellegrini e Cristante, che hanno avuto problematiche con i tifosi ma sono riusciti a trascinare la squadra. Ranieri ha saputo dare serenità e stabilità. E, come dicevo, l’esperienza che ha non si compra. Sa dove andare a parare, perché vede già lontano. Poi serve anche un pizzico di fortuna, ma quella arriva quando l’opportunità incontra la preparazione. È chiaro che adesso viene il bello, perché inizia la pressione, e quindi cambierà un po’ quello che è lo stato d’animo e l’approccio alle partite”.
Paganin: “Alla Roma non serve un allenatore giovane”
Si troverà ad affrontare pressioni simili anche il prossimo tecnico della Roma. Ranieri ha già chiarito che la sua avventura sulla panchina giallorossa terminerà a fine stagione. La scelta del successore sarà cruciale per non sgretolare quanto costruito fin ora. Paganin non ha dubbi sull’allenatore tipo che serve alla Roma: “Deve essere un allenatore navigato, che conosce bene quello che è il mondo del calcio, che viene da esperienze pregresse importanti, perché Roma è una piazza diversa da tutte le altre. Ci sono delle pressioni, ovviamente, e quelle vanno gestite dentro e soprattutto fuori dal campo. Per cui l’allenatore deve essere un allenatore di esperienza. Non si può prendere un allenatore giovane e non in grado di gestire quel tipo di situazione. Serve un allenatore che, possibilmente, ha già vinto anche da altre parti, persone con una grandissima personalità”. L’identikit tracciato è chiaro: servirà un tecnico esperto, carismatico e già abituato a vincere in contesti complicati.
Su Dovbyk: “Le aspettative sono quelle giuste”
E Roma, si sa, è da sempre un ambiente particolarmente esigente: oltre agli allenatori, anche i giocatori sono sottoposti a enormi pressioni. Se per molti è stato l’anno del riscatto, per Dovbyk è stata la stagione del battesimo in Serie A. Il centravanti ucraino ha messo a segno 11 reti in campionato e, nonostante le critiche di una parte della tifoseria, per Paganin il giocatore ha: “ampi margini di crescita. Ha dato il suo contributo alla stagione e credo che abbia possibilità di crescere ulteriormente e quindi, secondo me, le aspettative sono quelle giuste. A me personalmente piace dal punto di vista del temperamento, del carattere. Poi sente la porta: ha sempre la percezione di dov’è, sa sempre quando calciare. È chiaro che deve migliorare, però è una cosa che va messa in preventivo al primo anno in Serie A”.
“Pellegrini ha dimostrato di saper stare alla Roma”
Se per Dovbyk si tratta del primo anno a Roma, ci sono invece giocatori che sembrano arrivati al termine della loro avventura in giallorosso. Tra questi Lorenzo Pellegrini. Alcune voci di mercato raccontano di un interesse concreto da parte del Napoli. Ma Paganin invita alla cautela: “Pellegrini ha dimostrato di saper stare alla Roma anche in momenti e in situazioni difficili. È chiaro che poi dipende da quella che è la prospettiva e la visione della società. È un giocatore che ha un ruolo importante, deve sicuramente ricucire il rapporto con parte della tifoseria, ma credo che non sia stato un problema per questa stagione, perché si è fatto carico di molte responsabilità. Nel momento difficile poteva andare via a gennaio; c’erano delle richieste ma ha preferito e voluto rimanere proprio per dare un segnale importante e dimostrare di poterci essere. Mi sembra che lui abbia una grandissima personalità e un giocatore di grande personalità, secondo me, va sempre tenuto. È un giocatore che conosce bene l’ambiente, che è passato attraverso un inferno personale e l’ha saputo superare. È in grado di aiutare anche gli altri nel momento di difficoltà. È un elemento importante che va considerato nel momento in cui devi decidere se tenere o no un giocatore”.
I giovani della Roma, da Baldanzi a Pisilli
Il futuro prossimo della Roma passa anche da giovani come Baldanzi e Pisilli, seguiti anche in ottica azzurra. Vista la passata esperienza come capo delegazione delle varie Nazionali giovanili italiane, abbiamo chiesto a Paganin un parere sul percorso di crescita dei due giocatori giallorossi: “Se vuoi crescere, devi dimostrare di essere il più bravo tra i più bravi. Loro dovranno ritagliarsi il loro spazio. È un percorso che va fatto per ogni giocatore che vuole giocare ad altissimo livello, quello di confrontarsi con i più bravi. È chiaro che andare via ti dà la possibilità di giocare, ma rimanere in una rosa dove la qualità media è molto alta ti dà la possibilità di crescere e, soprattutto, di metterti in discussione. Poi, da lì, i due devono vedere se c’è la possibilità di rimanere a Roma oppure no. Però io, da un ambiente nel quale c’è tanta competizione, non andrei mai via”.
Non resta altro che prepararci a ringraziare Claudio Ranieri e i giocatori per aver dato senso ad una stagione che si prospettava rovinosa a fine novembre. E se dovesse scommettere sulla qualificazione in Champions League della Roma, cogliendo la provocazione fatta da Ranieri in una delle ultime conferenze stampa, per Paganin: “diciamo che dipende dal numero di posti a disposizione. La Juventus ha un calendario abbordabile e sicuramente meno complesso. La Roma dovrà vincere tutte le partite, siccome non dipende da loro ma da quelle davanti. Dovrà vincere tutte le partite sperando che chi è davanti faccia dei passi falsi. Non sarà facile. Poi, è chiaro che non si può dire che ci sia qualche cosa di impossibile per la Roma, visto quello che ha fatto fino a questo momento. Per cui, diciamo che si può anche scommettere”. Difficile, sì. Ma dopo una rimonta del genere, nulla appare davvero impossibile.
Di Luca Geresia