C’erano una volta le squadre da battere. E poi c’è il Napoli di oggi, che non ha nessuna intenzione di tornare indietro. Dopo uno scudetto storico, un’annata complicata, e un’estate che si annunciava da ricostruzione, De Laurentiis ha sparigliato tutto. Ha convinto Conte a restare, gli ha messo in mano il progetto e ora sta allestendo una rosa che fa paura. Altro che cessioni illustri e saluti malinconici. Qui si punta in alto. Anzi, altissimo.
In fondo, il presidente l’aveva detto subito, nel giorno della festa scudetto firmata Spalletti: “Questo sarà solo l’inizio”. Una frase che molti avevano interpretato come il classico show presidenziale. E invece era una promessa. O forse un avvertimento. Oggi quella frase ha preso forma concreta. Il Napoli non vuole essere la sorpresa. Vuole essere il punto di riferimento. E lo sta facendo nel modo più rumoroso possibile: sul mercato.
De Bruyne, Musah, Paixão: nomi da big
Partiamo dal prossimo giovedì: Kevin De Bruyne a Roma per le visite mediche. Basta questo per comprendere la portata dell’ambizione. Non un colpo, il colpo. E attorno a lui, si muove una squadra che cambia volto ma non DNA.
Sta per arrivare anche Yunus Musah, richiesto espressamente da Conte già ai tempi dell’Inter. Tanta corsa, duttilità e un motore infinito per il centrocampo. Un investimento importante, 25 milioni, che racconta bene quanto il tecnico voglia una squadra fisica, moderna, intensa.
E poi c’è Paixão. Talento puro, numeri da esterno totale: 16 gol, 14 assist in Eredivisie, più due reti in Champions. Candidato perfetto per dare respiro a Politano, o magari per esplodere in una nuova coppia sulle fasce con uno tra Zhegrova, Neres o David, a seconda di come si incastreranno le pedine.
Da Beukema e Ndoye fino al “sogno” Nunez
Difesa e corsie non sono da meno. Il Napoli guarda in casa Bologna, e lo fa senza mezze misure: Beukema è il primo nome in cima alla lista, con un possibile scambio che coinvolgerebbe Alessandro Zanoli. C’è anche Dan Ndoye, ma servono cifre importanti. Si lavora, si tratta, ma l’intenzione è chiara: non una toppa, ma un reparto rinforzato.
In attacco, mentre Simeone saluta e Lucca viene tenuto in caldo, spunta il nome che riaccende tutto: Darwin Nuñez. Fuori dal progetto Liverpool, strapotenza fisica e gol nelle vene. L’Al-Hilal ci ha provato, lui ha detto no. Conte osserva. E aspetta.
Nel mezzo, si lavora anche sul rinnovo di Meret, mentre resta da capire il futuro di Raspadori (valutato 30 milioni) e altri esuberi. Ma la linea è tracciata: niente ridimensionamenti, solo rilanci. Conte ha chiesto, De Laurentiis ha risposto. E pure in grande stile.
E ora?
Ora la palla passa agli altri. Perché mentre molte squadre parlano di “progetti”, a Napoli lo stanno costruendo. Concreto. Ambizioso. Spietato. Dopo una stagione di transizione, i partenopei sono tornati ad alzare la voce. E lo fanno come piace a Conte: con i fatti, non con le interviste. Se qualcuno cercava la squadra da battere per la prossima Serie A, ora sa dove guardare.