Il nuovo stadio della Roma resta uno dei temi di maggior interesse per il club e i tifosi giallorossi, che sono in attesa di capire quando potranno avere a disposizione il nuovo impianto. Tra tante difficoltà l’iter del progetto prosegue, anche se la costruzione in quel di Pietralata continua a non mettere tutti d’accordo, compreso l’ex sindaco Ignazio Marino.
Il post social di Marino
Questo il messaggio su Instagram di Marino: “Tutti lo sanno: io lo stadio della Roma lo volevo e lo votai da sindaco e lo voglio fortemente ancora oggi. Lo stadio si deve realizzare. Ma è importante, per tutte le romane e tutti i romani, che l’interesse pubblico sia la stella polare per il rilascio di una concessione, di un contributo, di una licenza e di un qualsiasi altro vantaggio proveniente dall’Unione Europea, dallo Stato, dalla Regione o da un Comune.
Qui a Pietralata sembra che questa stella illumini più un interesse privato che pubblico. Il nuovo Stadio della Roma si può e si deve fare. Deve però portare con sé un chiaro vantaggio pubblico. Invece qui a Pietralata si vuole sfruttare un’area verde senza nulla restituire alla città. La ‘Legge sugli stadi’, la n. 147 del 2013 (con le successive modifiche), prevede la ‘dichiarazione di pubblica utilità’ finalizzata alla riqualificazione urbana e alla realizzazione di interventi per la mobilità sostenibile.
In cambio di queste opere pubbliche, chi si propone di realizzare lo stadio ottiene (1) la semplificazione delle procedure autorizzative; (2) la remunerazione del capitale attraverso la possibilità di costruzioni di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, complementari e/o funzionali a finanziamento e alla fruibilità dell’impianto. Perché non si pensa quindi di realizzarlo dove esistono edifici urbani abbandonati e nel degrado più totale da decenni? Ad esempio tra gli otto ettari dei Mercati Generali a Ostiense?
Un’area ben servita da tre linee su ferro: metropolitana, treno per Ostia e tram, ma abbandonata nelle mani di imprenditori privati che NULLA hanno fatto in 20 anni, se non lasciarla al degrado più inverosimile. Perché invece regalare 500 mila metri cubi di area commerciale e di edifici privati da realizzarsi a Pietralata, quando esistono soluzioni più sostenibili e più coerenti con la necessità di rigenerazione urbana della città? L’opera privata deve servire l’interesse pubblico. Sacrificarlo a vantaggio di pochi è un triplice delitto: ambientale, finanziario e sociale”.