Emerse Faé. Un nome che vi sfidiamo a conoscere, e tranquilli, se la risposta è “no” siete ampiamente perdonati. Ci pensiamo noi a darvi informazione veloce: dopo tanti anni passati da allenatore nelle giovanili del Nizza, club nel quale ha giocato, prima l’esperienza al Clermont B, e da febbraio 2024, dopo esserne stato il vice, ct della Costa d’Avorio. Perché ne parliamo? Tale tecnico ha avuto il coraggio di fare ciò che nessun altro, nella stagione corrente, aveva anche solo osato pensare: mettere in panchina Evan N’Dicka per scelta tecnica.
Certamente più facile farlo se si tratta del match contro il Burundi e allo stesso tempo ti trovi primo nel tuo girone di qualificazione ai prossimi Mondiali, ma comunque qualcosa degno di nota. Il riposo del centrale difensivo è notizia ben accetta dalle parti di Roma, per un giocatore decisamente spremuto da tutti i tre gli allenatori avuti quest’anno: 42 partite per N’Dicka sulle 43 disputate dalla squadra fin ora, con la sola assenza nella trasferta sul campo dell’Union St. Gilloise per febbre. Per i giallorossi trattasi di un pilastro da 3.780′.
In Serie A è uno dei 6 stakanovisti a non aver ancora mai saltato un solo minuto (2.610′), insieme agli unici due portieri della lista, Falcone e il compagno di squadra Svilar, e a Luperto, Di Lorenzo e Baschirotto. Aggiungendo però le gare europee ecco che solo l’estremo difensore belga più tenere testa all’incredibile minutaggio del difensore della Costa d’Avorio, un dato pazzesco per un giocatore di movimento. La Roma ringrazia Faé per il riposo contro il Burundi, e se volesse fare lo stesso anche lunedì contro il Gambia…
Dubbi e certezze: la difesa della Roma del prossimo anno
Non serve neanche dirlo, ma va da se che N’Dicka debba essere una delle certezze da cui ripartire a giugno, un giocatore che, con qualche sporadico basso, sta mantenendo un ottimo rendimento generale. Che ne sarà poi del resto della difesa della Roma? Senza andare a toccare i vari Angelino, Saelemaekers e compagnia sugli esterni, e guardando solo ai centrali, accanto all’ivoriano la certezza è Mancini, vero e proprio leader di questo gruppo, così come l’investimento Rensch, mentre Hummels è in odore di addio. I dubbi riguardano Celik e Nelsson, il primo rilanciatosi con Ranieri, il secondo con un diritto riscatto fissato a circa 10 milioni.