Roma, scocca il Ranieri-tris: il senso di appartenenza per rinascere

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Marco Meazza
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Claudio Ranieri

Una nuova era ha avuto inizio nell’ambiente Roma. Dopo l’esonero di Ivan Juric, scelta che è stata nell’aria per settimane ma che non si è mai realmente concretizzata, i giallorossi hanno deciso di scommettere su un uomo navigato, in grado di rialzare una nave vicina ad affondare. Si tratta di Claudio Ranieri, uno degli ultimi gentleman del calcio odierno. Una scelta forse di facciata da parte dei Friedkin, che così facendo calmerebbero gli animi di una piazza in subbuglio. Il 73enne è chiamato all’ultimo grande capitolo di una carriera ricca di trionfi ed imprese storiche, prima di entrare nello staff della dirigenza capitolina.

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Il classe 1951 ha già tenuto la consueta conferenza stampa di presentazione, nel quale sono stati lasciati diversi spunti di riflessione. Quello di Ranieri è stato un intervento semplice ma efficace, vero e pieno di romanismo, una delle qualità che tanto è mancata nell’arco di questo avvio di stagione. Il coach di Testaccio ha chiarito diversi punti sul presente ed il futuro, con un unico grande denominatore: riportare la Roma dove merita di stare. La domanda sorge spontanea: Sir Claudio riuscirà in questo intento? Il campo saprà dare le risposte desiderate.

Ranieri e la gestione del gruppo

Uno dei punti di forza di Claudio Ranieri è sempre stato legato alla gestione del gruppo e dei singoli elementi. L’allenatore italiano ha dato prova di saper ritagliare uno spazio da titolare o subentrato a chiunque, senza avere tra le sue fila calciatori scontenti. Le parole spese per alcuni calciatori della Roma ci lasciano già qualche spunto di riflessione.

Prendiamo per esempio Mats Hummels, reduce da un avvio di stagione tutt’altro che semplice dove ha seguito la squadra costantemente dalla panchina. Ranieri ha già fatto intendere che il tedesco, pur essendo in avanti con l’età, sarà di fondamentale aiuto per i giallorossi e per il suo scacchiere, al centro della difesa. Poi l’indicazione su Angelino, mai più braccetto di difesa ma schierato nel suo ruolo naturale, da terzino sinistro con il compito di spingere.

E non si può non parlare di Paulo Dybala, che da quando è arrivato sotto l’ombra del Colosseo è diventato uno degli argomenti di punta dei giornalisti e degli addetti ai lavori. Ranieri è stato chiaro: la rinascita partirà dal suo mancino. Poco importa se all’interno del contratto della Joya c’è una clausola, né tanto meno se l’argentino andrà a scadenza a fine anno. Il classe 1993 è un patrimonio della Roma e come esso verrà trattato.

Ranieri ed il senso di appartenenza

La conferenza di Ranieri è stata sia improntata sull’aspetto tattico ma anche su quello caratteriale. Non ci dimentichiamo che il tecnico di Testaccio è allenatore e tifoso, un connubio sempre più difficile da trovare al giorno d’oggi e che in pochi riescono a mettere sotto le luci dei riflettori. Sir Claudio ha fatto intendere di essere tornato a casa, in quella Capitale che risulterà senza dubbio l’ultima tappa di un’epopea indimenticabile.

Molto interessante il passaggio sui tifosi della Roma, sempre più scontenti ed in protesta per una situazione che definire difficile è utilizzare un eufemismo. Il 73enne non ha fatto promesse, perché queste ultime vanno necessariamente mantenute. Ciò che ha voluto garantire, però, è il senso di appartenenza, l’identità, la voglia di sacrificio per la maglia. Tutti concetti che appaiono scontati ma che in questo primo scorcio di annata non si sono visti, specialmente sotto la gestione Juric. Alle parole andranno ora seguiti i fatti, però nel rettangolo verde.

Ranieri, incertezza sul modulo

Ciò che ci lascia riflettere è, però, l’intervento di Ranieri sull’aspetto tattico. Se è vero che nel calcio di oggi non c’è un modulo prestabilito e ci si adatta in base all’avversario, è altrettanto lecito avere un’idea da seguire. Si può quindi provare ad ipotizzare come si porrà in campo questa nuova Roma, tutto equilibrio tattico e diligenza difensiva. Senza fare troppi numeri, lo schema potrebbe risultare un 4-3-2-1, con i due trequartisti alle spalle del centravanti.

Ed a proposito di quest’ultima indicazione, il 73enne non ha chiuso totalmente all’ipotesi di una convivenza tra Dybala e Soulé, per quanto l’occasione appaia remota e difficile da mettere in atto proprio per una questione di posizioni in campo. La retroguardia dovrebbe schierarsi a quattro dietro. In mezzo al traffico ci si aspetta una Roma dinamica, poco in controllo del pallone ma pronta a riaggredire in fase di non possesso.

Ranieri, spalle larghe e testa alta

Nell’arco di tutta la conferenza, Ranieri è apparso come il vero ed unico punto di riferimento della Roma. Già, perché non ci dobbiamo dimenticare che nonostante tutto i Friedkin sono fermi in America ed hanno lasciato il compito a Florent Ghisolfi ed al coach di Testaccio di occuparsi della situazione spinosa in casa capitolina.

Il classe 1951 è stato sincero, dichiarando ai giornalisti presenti in sala stampa di aver chiarito ogni singolo aspetto che non tornava con Dan e Ryan. Toccherà ora al navigato tecnico italiano fungere da parafulmine, da uomo con le spalle larghe e la testa alta in grado di assorbire come una spugna critiche e scetticismi. La Roma tornerà dove merita di stare? Ranieri saprà essere l’antidoto di una squadra malata e sempre più a terra? Queste sono tutte domande alle quali sapremo rispondere con il tempo. Per ora, bentornato Claudio.

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Sin da piccolo ho nutrito la passione per il calcio e per la scrittura. Entusiasta di poter parlare dell'ambiente Roma, tra gioie e dolori
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