Correva l’anno 1981 quando Franco Battiato lanciò la sua “Centro di gravità permanente”, una canzone entrata nei cuori degli italiani e che vive tutt’ora a distanza di tempo. Anni quelli di una Roma eccellente, che con Nils Liedholm andrà a vincere il secondo dei tre scudetti conquistati, nella stagione 1982/83. Una squadra che aveva nei Falcao, Ancelotti, Bruno Conti ed il compianto Di Bartolomei il proprio centro di gravità permanente, in grado di dare solidità in mezzo, far girare il pallone, offrire qualità e, perché no, non far cambiare idea sulle cose e sulla gente.
Questo sta cercando di ricreare Ranieri nella Roma disastrata di questi mesi: un senso di equilibrio, compattezza e fiducia smarriti nel tempo. Ai segnali incoraggianti delle prestazioni con Tottenham e Atalanta si sono aggiunti finalmente i punti, grazie al 4-1 contro il Lecce, e le certezze costruite dal tecnico di Testaccio affondano le radici non solo in un Hummels totale protagonista. Il centrocampo viaggia ad alti livelli, e le ultime tre gare hanno dato indicazioni precise sulle gerarchie. Dalla coppia Koné-Paredes a Pisilli, fino al crollo dei senatori, i temi da trattare sono tanti.
Koné e Pisilli regali di De Rossi, rinascita Paredes
Partiamo dalle note liete, ed in particolare dai due regali confezionati da De Rossi per il club. Resosi conto che l’investimento Le Fée, da 23 milioni, non gli aveva consegnato un giocatore funzionale al suo gioco, l’ex tecnico giallorosso ha “costretto” Ghisolfi a portagli a fine mercato Koné, nonostante i corteggiamenti di Milan e Premier League. Il risultato è una Roma che dispone di un moderno Kanté, un uomo dotato di 4/5 polmoni, in grado di coprire metri di campo, di recuperare palloni e andare in transizione in fase offensiva.
Contro il Lecce il primo gol, e se consideriamo gli ampi margini di miglioramento nella gestione della palla, siamo di fronte ad uno dei centrocampisti potenzialmente più forti d’Europa. Insieme al francese, é Pisilli l’altro dono di De Rossi, benché l’esordio sia arrivato con Mourinho. L’estate scorsa la concreta possibilità di un prestito per farsi le ossa, ma DDR non ha esitato: il ragazzo ha talento e non si muove da Roma. Qualche mese dopo, 2 gol e 1 assist in 15 presenze, sempre più spazio trovato ed esordio in Nazionale maggiore.
Tutto merito di Ranieri invece la rinascita di Paredes. Non ci voleva una laurea in fisica quantistica per capire che, in un centrocampo tutto corsa e dinamismo, l’argentino fosse l’unico in grado di dare qualità e dinamismo alla manovra, e i risultati si vedono: contro il Lecce primo per passaggi precisi (80) e per passaggi nella metà campo avversaria (47), oltre ai 10 palloni recuperati e a nessun fallo commesso. Un metronomo imprescindibile per la Roma, che Ranieri spera di trattenere nella capitale anche oltre l’estate 2025, quando gli scadrà il contratto.
La tristezza di Cristante e Pellegrini
Accanto a tale trio, anche note negative, e non solo quel Le Fée di cui abbiamo accennato poc’anzi. Senatori come Cristante e Pellegrini preoccupano tanto dal punto di vista tecnico quanto psicologico, e il futuro è grigio. L’ex Atalanta proverà a giocarsi le sue chances in mediana una volta recuperato dalla distorsione alla caviglia, magari già contro il Braga, ma scalzare Koné, Paredes e Pisilli appare decisamente proibitivo. Ancora più complicata la situazione del capitano giallorosso, alla sua terza partita consecutiva in panchina per tutti i 90′, come non gli accadeva da quasi 7 anni.
15 presenze per lui, 0 gol, prestazioni opache, un rapporto ai minimi storici con la tifoseria e nessuna luce in fondo al tunnel a cui aggrapparsi. “Giocherà quando tornerà a sorridere”, ha dichiarato in conferenza stampa Ranieri, che non ha nessuna intenzione di abbandonarlo e lo ha già difeso più volte. Ma tra un centrocampo completo ed una trequarti che vede sgomitare i vari Dybala, El Shaarawy, Saelemaekers, Baldanzi e Soulé, il rischio dimenticatoio per Pellegrini è alto.
Questione rinnovi
Il numero 7 proverà a trovare spazio contro il Braga in Europa League, anche se difficilmente Ranieri stravolgerà la formazione adesso che sta costruendosi le prime certezze, in una gara fondamentale in vista del passaggio del turno. Al di là di giovedì, in ballo c’è un contratto che, giorno dopo giorno, vede il rinnovo sempre più lontano: con la scadenza nel 2026, una decisione andrà presa entro la prossima estate, e al momento entrambe le parti sembrano orientate a dividere le proprie strade.
Stesso discorso lo dovranno affrontare Cristante, il cui accordo con il club però spirerà nel 2027, e Paredes appunto, chiamato a decidere se aprire alla permanenza nella capitale o abbracciare il ritorno in patria al termine della stagione. Sarò poi il turno di Pisilli, con il contratto ancora a 70mila euro in scadenza fra un anno e mezzo. Nessun allarmismo in questo caso, per un giocatore di Roma e romanista, che vuole essere il futuro del club.