Pochissimo tempo a disposizione della Roma per riposare e riordinare le idee, con la squadra in campo oggi per preparare il match di Parma. Difficile però placare l’ira per la condotta di gara di Tobias Stieler col Porto, con anche l’ex arbitro Angelo Bonfrisco a dire la sua a Radio Radio Pomeriggio: “Mettiamo ordine, perché le parole che ho sentito provengono non da un allenatore ma da un mito. Sono sobbalzato quando ho sentito Ranieri dire quelle cose, non è da lui. Lascerei da parte le statistiche, spesso date dalla casualità. L’arbitraggio non è stato bello e positivo, dovuta all’insolita soglia di ammonizione altissima, mentre a livello internazionale è bassa. Sembrava di vedere un notaio che ammoniva a destra e a manca”.
Poi Bonfrisco scende più nei dettagli della disamina della condotta di gara: “Non c’è stata empatia, non parlava né con i capitani né con chiunque. Le squadra hanno diritto a cambiare a gioco fermo, se è successo qualcosa vuol dire che c’è poca competenza tra arbitro e assistente. Ho visto fare una cosa a Stieler una cosa che non si fa neanche nei dilettanti, mettere mano al taschino per minacciare l’ammonizione. Non è solo un discorso di competenza ma anche di professionalità e personalità. Il richiamo si fa verbalmente, non mettendo mano al taschino. È un internazionale dal 2017, da 7 anni. Ranieri dice che per una partita così importante devi mandare un arbitro di qualità, la designazione non è stata perfetta”.
“Dobbiamo cambiare il protocollo, fallo su Dybala? Non c’è cattiveria”
Concetti chiari e concisi espressi da Bonfrisco, che ha allargato il discorso: “Sono amico di Rosetti, gli arbitri italiani sono richiesti all’estero anche se non stanno facendo bene e ci sono difficoltà. Si sente molto la mancanza di Orsato. Dovremmo cambiare e modificare questo benedetto protocollo, nessuno si è degnato di cambiare una virgola in 7 anni. Come l’ha spiegata il mister sembrava dire ‘Con Stieler quando pareggi fuori casa va bene’. Cerco di capire il messaggio di Ranieri, che ciò che comunica è ‘un arbitro che tutela la squadra di casa e non la Roma’. Un conto è dire che l’arbitro ha sbagliato il rigore, un altro è dire che l’arbitro non vedeva l’ora di dare un rigore. Non ci arrivo fin lì”.
E ancora: “La base secondo me deve essere sempre il regolamento, ma a livello di Champions ed Europa League se abbiamo le squadra più forti dovremmo avere anche i direttori di gara più forti, con una gestione che tende a favorire il gioco e ad alzare il livello dell’ammonizione. Un numero di gialli così alto va bene per la terza categoria. Il fallo su Dybala? Il giocatore arriva in ritardo, è un bel giallone. Dal mio punto di vista non c’è cattiveria“.
