CāĆØ chi nella vita ha costruito reputazione sui titoli, e chi sui valori. Claudio Ranieri appartiene alla seconda categoria: quelli che non hanno bisogno di difendersi, perchĆ© sono stati loro ā per una vita ā a difendere il calcio, quello vero.
Lo celebrano ovunque abbia posato lo sguardo (e la panchina): in Inghilterra ĆØ leggenda, in Spagna ĆØ rispettato, in Italia è⦠ovunque. Da Cagliari a Napoli, da Catanzaro a Firenze, passando per Parma, Genova, Milano. E poi cāĆØ Roma. La sua Roma. La nostra Roma.
Il grande scandalo? Un ripensamento. Di notte
Ora, provate voi a spiegare al vostro cuore che allāimprovviso dovete tradirlo. Andate da chi vi ha amato, vi ha cresciuto, vi ha aspettato anche quando eravate lontani, e ditegli: āCiao, vado a fare il CTā. Non ĆØ facile. Non lo ĆØ a 73 anni, quando non devi più dimostrare nulla a nessuno, e lāunica cosa che ti resta da proteggere ĆØ la tua coerenza.
E quindi sƬ: Ranieri ha detto no alla Nazionale. Dopo aver detto quasi sƬ. Dopo una notte di riflessione. Uno di quei momenti in cui non sei un tecnico, ma solo un uomo davanti alla sua storia.
I censori del Dixan
E come spesso accade in Italia, dove tutti diventano allenatori il lunedƬ e statisti il martedƬ, ĆØ bastato un ānoā detto con dignitĆ per scatenare il tribunale dellāindignazione permanente.
Si sono alzati in coro quelli che raramente hanno messo piede in uno spogliatoio ma tengono una gamba accavallata sul divano e lāaltra su Twitter, pronti a emettere sentenze. Hanno storto il naso, aggrottato la fronte, scritto editoriali e pubblicato post dove lāunico argomento era: āMa come si permette di ripensarci?ā
SƬ, parliamo degli stessi che nella vita reale restano imbambolati venti minuti davanti allo scaffale dei detersivi, indecisi se prendere il fustino di Dixan in offerta o due confezioni del āmarchio del supermercatoā col 3Ć2. Gente che per scegliere tra panna da cucina e besciamella chiama casa. Però poi, davanti alla scelta di un uomo che ha legato la sua carriera alla coerenza, si sentono in dovere di pontificare.
Il punto ĆØ che la coerenza oggi ĆØ considerata una stranezza, quasi unāostinazione fuori moda. E se uno come Ranieri, che avrebbe potuto dire sƬ alla Nazionale e prendersi gli applausi del palazzo, preferisce restare fedele alla sua idea di sĆ©, allora non lo capiscono. Anzi, lo criticano. PerchĆ© in fondo, chi ha sempre detto sƬ, difficilmente riesce a comprendere il valore di un no.
La FIGC? Ha capito, anche se non ha gradito
In via Allegri, sede della FIGC, non devono aver stappato lo spumante. Anzi, ĆØ probabile che qualcuno abbia ingoiato amaro leggendo quella telefonata mattutina in cui Ranieri comunicava di averci ripensato, che no, non se la sentiva, che non era il momento, che quella maglia azzurra ā per quanto affascinante ā non batteva più forte di quella giallorossa custodita nel cuore.
Certo, lì per lì qualcuno avrà storto il naso. Forse anche lanciato qualche sguardo pesante verso la moquette federale. Perché non capita tutti i giorni di avere sul piatto un nome come quello di Claudio Ranieri, amatissimo dal popolo, rispettato dallo spogliatoio, perfetto per guidare una Nazionale in cerca di dignità e misura.
Ma alla fine, con quel silenzio che dice tutto e niente, la Federazione ha fatto la cosa più intelligente: ha taciuto. Pubblicamente almeno. Nessuna nota piccata, nessuna frecciata fuori luogo, nessuna polemica alimentata a mezzo stampa.
PerchĆ© in fondo, anche loro sanno che con certi uomini non si può discutere: si può solo prendere atto. Ranieri non li ha traditi. Semplicemente, ha scelto la sua coerenza. E quando a farlo ĆØ uno che ha sempre camminato a testa alta, non resta che accettarlo; Cari mieiā¦