L’intervento port partita di Ranieri, dopo l’1-1 con la Juventus, aveva fatto scalpore per un passaggio in particolare, che metteva in dubbio forse una delle poche certezze alle quali il popolo giallorosso poteva aggrapparsi: il futuro del tecnico nella dirigenza della Roma. Quasi una derubricazione della sua importanza che avrebbe avuto nel club da giugno in poi, per un personaggio che invece tutti i tifosi vogliono vedere centrale nel progetto, consapevoli della sua ampia competenza calcistica e conoscenza della capitale. L’intervista di oggi concessa al Messaggero ha aggiunto altra carne al fuoco.
“Sarò un Senior Advisor, ora traducetelo come ve pare. Sarò un punto di riferimento per loro, consiglierò cosa è giusto e cosa no, ma poi a decidere è la proprietà”. Dunque un consulente dei Friedkin, messo lì proprio in quanto massimo conoscitore dell’ambiente giallorosso, e lo abbiamo visto come un consigliere bravo, onesto e che vuole il bene della Roma sia vitale per un presidente che, in passato, non si è circondato di persone così, andando a commettere molti errori. Non dunque un vero e proprio dirigente che vivrà a Trigoria ma una voce esperta e vera che guidi gli americani.
In qualsiasi azienda il Senior Advisor deve dare il proprio contributo per pianificare, indirizzare o migliorare molteplici strategie che la stessa vuole attuare, e nessuno meglio di Ranieri può farlo nella Roma. Sostanzialmente ciò che è, o che dovrebbe essere, Ibrahimovic per il Milan, con la speranza di risultati migliori e minor confusione di quanto si nota nell’ambiente rossonero. Così sarà, con un monito che lo stesso tecnico testaccino ha lanciato.
“Non faccio il parafulmine, se non decido me ne vado”
Confini e sfumature di tali ruoli in una società sono spesso confusi e difficili da cogliere, tant’è che lo stesso Ranieri è stato chiaro nell’intervista: “I tifosi stiano tranquilli, non scappo. Scapperò solo se non conto, perché non farò il parafulmine di nessuno. Ciò vuol dire che se non decido e non mi sento importante ne vado. Oggi mi sento al centro del progetto, nel momento in cui mi sentissi di lato arrivederci e grazie”. Il messaggio di Sir Claudio è chiaro. Non una figurina simbolo di Roma e romanismo ma un uomo con un ruolo attivo nelle decisioni del club, a partire da nuovo allenatore e mercato fino a tutto ciò che verrà da giugno in avanti.