Continua la rincorsa in campionato della Roma, che adesso si trova ai margini della zona europea grazie ad una serie incredibile di risultati consecutivi. Le ultime sei vittorie di fila sono la dimostrazione di come i giallorossi possano giocarsi le proprie chances di conquistare un posto in una delle competizioni continentali, cosa che sembrava essere quasi impossibile dopo la prima parte di stagione, fino all’arrivo in panchina di Ranieri.
La rincorsa giallorossa porta evidentemente la firma del suo allenatore, che è riuscito a costruire un ambiente sano permettendo a tutti i suoi giocatori di diventare protagonisti. La posizione finale della Roma dipenderà ovviamente dagli ultimi due mesi di campionato dopo la sosta, con l’unica certezza che ancora una volta Ranieri ha messo in campo tutta la propria esperienza e capacità da uomo di calcio, con una piazza che adesso sogna il ritorno in Champions League.
Bergomi: “Pensavo che la costruzione della rosa non fosse corretta”
Nel corso del programma Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 Beppe Bergomi è intervenuto per parlare della crisi della Juventus, analizzando tutte quelle che sono le difficoltà attuali. Per ampliare il discorso, l’ex difensore ha voluto parlare della Roma, elogiando il lavoro di Ranieri e ricredendosi rispetto alla struttura della rosa giallorossa che sta dimostrando di essere all’altezza della situazione.
Queste le sue parole: “Più che l’aspetto tattico, quello che viene fuori dalle ultime due partite è l’aspetto caratteriale. Manca proprio la Juventus. Ieri i primi tre cambi sono tre difensori. Yildiz trova poco spazio e parliamo di un giocatore che porta la 10 della Juve. Per non parlare di Koopmeiners. Bisogna che il contesto funzioni per esaltare le qualità dei giocatori”. Ed è qui che entra in gioco il discorso di Bergomi sulla Roma: “Faccio l’esempio della Roma, facendo anche un mea culpa. Pensavo che la costruzione della rosa non fosse corretta, con tanti doppioni. Invece arriva Ranieri, sistema la squadra e adesso sta in campo bene e con tante alternative. Quindi il lavoro dell’allenatore è importante”.