Diciassette partite senza perdere. 44 punti in questo mini-campionato virtuale, che la pone davanti a tutti: +2 sul Napoli, +5 sul Bologna, +8 sull’Atalanta, +9 sulla Juventus (che però ha una partita in meno). Meglio anche di Milan, Lazio e Fiorentina. Nessuno, neanche l’Inter, ha tenuto il passo della Roma nell’ultimo periodo.
È il frutto del lavoro firmato Claudio Ranieri, tornato a Trigoria per la terza volta e capace, ancora una volta, di ricompattare un gruppo che sembrava sfaldato. Il suo bilancio attuale in panchina è da top team
Un calendario da brividi
Tutto bellissimo, certo. Ma i conti si fanno alla fine. E per chiudere nel modo migliore questa cavalcata, la Roma ha davanti a sé un calendario terribile: si comincia domenica a San Siro contro l’Inter, poi Fiorentina, Atalanta e Milan, con l’epilogo casalingo contro il Torino.
Per pareggiare i 63 punti con cui ha chiuso le ultime tre stagioni (una curiosa costante), servono almeno 6 punti. Ma se si vuole ambire seriamente all’Europa League, la quota minima è 9: tre vittorie, magari anche a fronte di due sconfitte. Oppure due successi e tre pareggi, che porterebbero a 22 l’incredibile serie di imbattibilità .
L’anomalia dei big match
C’è però un problema evidente: la Roma soffre negli scontri diretti. L’unico vinto è stato il derby d’andata. Poi solo delusioni, tra campionato e coppe. La rosa, già non profondissima, è stata ulteriormente indebolita dall’infortunio di Dybala. E la proposta tattica di Ranieri – solidità dietro, cinismo davanti – ha funzionato perfettamente contro squadre inferiori, ma ha mostrato il fianco quando il livello si è alzato.
La Roma ha trovato una stabilità difensiva invidiabile: 3 gol subiti nelle ultime 10 giornate, con Svilar autentico leader tra i pali e una retroguardia che ha ritrovato certezze. Davanti però i numeri restano risicati: sei vittorie per 1-0 nelle ultime nove partite. Ma adesso servono i gol pesanti, le vittorie di prestigio. Solo così questa squadra potrà completare il suo capolavoro e rendere giustizia al lavoro di Ranieri.