Alla sua prima stagione disputata interamente nella Capitale, Tommaso Baldanzi non ha probabilmente trovato la costanza che cercava, riuscendo solamente a tratti ad esprimere la propria qualità. Il trequartista della Roma ha avuto sicuramente la sua parabola migliore dall’arrivo di Claudio Ranieri, per il quale ha avuto bellissime parole in un’intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, dove ha detto la sua anche sulla stagione della squadra.
Questo un estratto: “Non so che pillola abbia usato per noi, ma ha toccato i tasti giusti. Ha riportato serenità e gioco: è stata una figura importantissima per noi, per dove eravamo e per come stavamo. Non credo ci sia stata proprio una chiave e forse proprio quella è la cosa bella. Sapevamo di doverci svegliare. Ci dicevamo: ‘Dobbiamo vincere più partite possibili per salvare la stagione’, non avevamo un obiettivo in particolare. E poi siamo arrivati a giocarci la Champions. Prima c’era tanta tristezza e rabbia”.
E ancora: “In questo spogliatoio ci sono calciatori veramente forti. Se non arrivano i risultati, già inconsciamente sei arrabbiato, figurati quando sei consapevole della tua forza. Ci siamo parlati più volte, era giusto farlo. Dovevamo dare una svolta. Ci siamo riusciti, non so se più per merito del mister, degli allenamenti o del duro lavoro. La cosa più bella è che abbiamo sempre provato ad uscirne da gruppo. Ranieri mi ha dato tante opportunità, ho sempre sentito la sua fiducia: anche non partendo titolare, ho giocato grandi spezzoni di gara, utili per la squadra e per mostrare le mie qualità”.
Baldanzi: “Dybala il più forte con cui abbia giocato”
Baldanzi si è poi espresso su Daniele De Rossi: “Mi è dispiaciuto molto per il suo esonero. È stato lui a portarmi qui, mi ha fatto capire subito quanto mi volesse. Ha dato l’opportunità a un ragazzo di passare da Empoli a una grande squadra come la Roma. Lavoravamo tanto insieme, sentivo quanto credesse in me. Si era speso molto per portarmi a Roma. E poi era stata la prima persona che avevo conosciuto qui. Venendo da un posto piccolo come Empoli, il primo giorno in cui sono entrato a Trigoria, ho detto: ‘Oddio, 400 persone. Lavorano tutte qua?’. Mi è servito un attimo, mi sono sentito spaesato. E lui c’è stato per me”.
Riguardo invece il rapporto con Dybala: “È una persona d’oro, davvero, oltre che il più forte con cui abbia giocato. Vorrei anche vedere! In passato avevo detto che, paragonato Dybala, in una scala da 1 a 10 io non c’ero proprio: ora forse qualche passo avanti l’ho fatto, siamo a due forse! Fare l’esordio entrando al suo posto è stato magico: avevo già giocato all’Olimpico contro la Roma, ma quando quella gente è dalla tua parte fa ancora più impressione. A settembre ho segnato il mio primo gol in giallorosso contro l’Udinese: volevo esplodere tutta la mia gioia sotto la curva, ma il momento era un po’ particolare. Ho pensato: ‘Forse è meglio di no’. Però gol e assist sono stati il mio punto debole quest’anno: ho fatto belle prestazioni, ma a livello personale avrei voluto fare di più”.