Roma, in bilico tra plusvalenze e mercato: Massara studia le mosse decisive

La Roma è chiamata a realizzare nuove plusvalenze entro il 30 giugno 2025 per rispettare il Settlement Agreement con l’UEFA. Il club lavora a cessioni strategiche per evitare nuove sanzioni e mantenere attive le operazioni di mercato

Sara Paoletti
6 min di lettura

Il tempo stringe in casa Roma. Entro il 30 giugno 2025 – tra meno di una settimana – il club giallorosso deve mettere a bilancio almeno 30 milioni di euro di plusvalenze per rispettare il Settlement Agreement siglato con l’UEFA. Questa scadenza rappresenta solo uno dei tanti traguardi intermedi che la società deve raggiungere nel percorso verso il pareggio di bilancio previsto per la stagione 2026/27.

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Il nuovo direttore sportivo Frederic Massara si è subito trovato a gestire questa fase critica. Con una settimana appena per chiudere il bilancio, ogni mossa è mirata a trovare liquidità attraverso cessioni mirate. In ballo c’è più di un semplice dato economico: si tratta del futuro sportivo della Roma in Europa e della possibilità di agire liberamente sul mercato. Per questo, le operazioni in entrata sono momentaneamente in pausa, mentre l’attenzione è tutta sulla chiusura del saldo positivo richiesto dall’UEFA. L’obiettivo immediato è preciso: incassare almeno 10 milioni di euro nei prossimi cinque giorni, così da poter dare spazio finalmente al via libera per i rinforzi richiesti da Gasperini.

Fair Play Finanziario: regole, obiettivi e rischi per la Roma

Il Fair Play Finanziario, introdotto nel 2010 e aggiornato nel 2022 con il Regolamento di Sostenibilità Finanziaria, ha l’obiettivo di garantire l’equilibrio economico dei club europei. Le nuove regole impongono un limite progressivo alle spese per stipendi, ammortamenti e commissioni, che dal 2025/26 non potranno superare il 70% dei ricavi. Oltre a questo, è previsto un tetto massimo di 60 milioni di euro di disavanzo aggregato in un triennio.

La Roma è sotto monitoraggio per aver superato i limiti di spesa tra il 2018 e il 2022, complice anche la crisi legata al Covid-19. Nelle prime due stagioni monitorate, la Roma ha purtroppo già incassato due ”strafori”: piccoli sforamenti che hanno portato a sanzioni pecuniarie contenute, ma che ora pesano come precedenti. Un terzo errore potrebbe costare caro, con sanzioni come la riduzione della rosa UEFA da 25 a 23 giocatori o il blocco dei nuovi tesseramenti.

Le plusvalenze sono quindi diventate lo strumento chiave per centrare gli obiettivi imposti dall’UEFA. Questi guadagni, generati quando un giocatore viene venduto per una cifra superiore al suo valore contabile, sono fondamentali per rientrare nei limiti di bilancio. La cessione di Zalewski all’Inter, ad esempio, ha portato 6,5 milioni interamente registrati come plusvalenza, trattandosi di un prodotto del vivaio. Non tutte le operazioni però portano risultati significativi: vendite come quella di Enzo Le Fée hanno inciso poco a causa dell’alto valore contabile residuo.

Le mosse di Massara: cessioni sul tavolo e scelte tecniche

Il piano di Massara è chiaro: evitare la vendita dei big – come Ndicka, Svilar, Koné e Dybala – e cercare di fare cassa con i giocatori che non rientrano nei piani tecnici. In cima alla lista ci sono Paredes, Shomurodov e almeno uno tra Celik, Cherubini e Abraham. Proprio Abraham negli ultimi giorni è finito sotto l’occhi del Besiktas, che ha avviato i primi contatti, mentre il Genoa ha mostrato interesse per Cherubini. Anche Angeliño resta sul mercato, dopo che la cessione all’Al-Hilal è sfumata all’ultimo: ora ci prova il Sunderland che potrebbe sborsare una cifra vicina ai 20 milioni, dando un aiuto prezioso alla Roma. Resta da sciogliere il dubbio sulla volontà del giocatore, attualmente incerto sulla destinazione.

Se queste operazioni non dovessero concretizzarsi in tempo utile, il club potrebbe essere pronto a passare al piano B: la cessione di Ndicka in Premier League, soluzione estrema ma efficace per generare una plusvalenza sufficiente a chiudere i conti.

Il giusto equilibrio tra campo e bilancio

La Roma dunque, è sospesa tra due esigenze che oggi si scontrano più che mai: l’equilibrio finanziario imposto dall’UEFA e l’ambizione di tornare a essere protagonista in Italia e in Europa. Il Fair Play Finanziario non è più una semplice regola contabile, ma un vincolo rigido che condiziona strategie, tempi e margini di manovra.

Sotto la guida della famiglia Friedkin, che ha già investito oltre 900 milioni di euro nel club, e con l’arrivo di Massara, la società punta a chiudere questo esercizio con il minor sacrificio tecnico possibile. Ma il tempo è poco e le alternative scarseggiano. Il 30 giugno non sarà solo una scadenza amministrativa: rappresenta un vero e proprio spartiacque per capire se la Roma potrà finalmente voltare pagina, lasciandosi alle spalle le restrizioni UEFA, o se sarà costretta a piegarsi a un’altra stagione di compromessi.

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Una passione nata sugli spalti e cresciuta con il tempo. Da tifosa a professionista, voglio raccontare il calcio con la stessa energia con cui tifo Roma.
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